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Ikea contro il muro della solidarietà

I lavoratori, in appalto presso una cooperativa addetta alla movimentazione merci per il colosso svedese del mobile, chiedevano il ritiro dei provvedimenti punitivi contro quei colleghi che, secondo l’azienda, sarebbero tra i principali promotori delle proteste scoppiate a partire dal 17 ottobre (guarda caso tutti iscritti al sindacato SiCobas). Ma nella piattaforma trovava ovviamente spazio anche la rivendicazione di migliori condizioni di lavoro nonché una più equa distribuzione dei carichi di lavoro, spesso utilizzati in termini punitivi nei confronti di tutti coloro che non si piegano ai ‘desiderata’ aziendali.
Le iniziative di solidarietà hanno avuto luogo in diverse città italiane: da Napoli a Firenze, da Torino a Padova, da Bologna a Genova. In tutte queste, gruppi di lavoratori, studenti ed attivisti solidali con la lotta che sta avendo luogo a Piacenza, hanno distribuito un volantino ai clienti, per informarli sulla situazione e sugli avvenimenti del venerdì, e per chiedere loro di mostrare la vicinanza con gli operai manganellati dalla polizia consegnando un coupon col quale si diffidava l’Ikea a continuare sulla linea di condotta finora perseguita.
L’obiettivo individuato è stato l’Ikea perché, pur non assumendo formalmente i lavoratori (che sono sotto contratto con delle cooperative), è direttamente responsabile per la situazione che si è venuta a creare. È stata infatti l’Ikea a scegliere la strada del muro contro muro, ‘suggerendo’ le misure punitive contro i lavoratori più attivi nella lotta. Ed è sempre l’Ikea – non le cooperative – che più hanno da perdere dal danno che può essere arrecato alla sua immagine.
Il 7 novembre è stata indetta una manifestazione a Piacenza (ore 18.00 Giardini Margherita, davanti la stazione) perché, sebbene l’azienda abbia fatto un passo indietro, mostrandosi ora disponibile a sedersi al tavolo delle trattative, la lotta deve continuare fino al raggiungimento degli obiettivi. E per arrivare a questo risultato c’è bisogno della solidarietà attiva di tutte e tutti!

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