Insegnanti, studenti, alunni e genitori in piazza sabato prossimo contro il ddl 953 (Aprea-Ghizzoni), che prevede lo smantellamento degli organi collegiali e la sottomissione delle scuole agli interessi privati; contro il disegno di legge di stabilità, che a tutt’oggi, nonostante le proposte di emendamenti della commissione cultura della Camera, prevede l’aumento dell’orario di lezione frontale degli insegnanti a 24 ore settimanali, cancellando il contratto collettivo; contro i tagli previsti dalla spending review e gli ulteriori accorpamenti degli istituti; contro il concorso truffa che umilia i precari; per il rinnovo del contratto collettivo nazionale e lo sblocco degli scatti di anzianità; per la difesa del diritto allo studio e della qualità e libertà dell’insegnamento.
A Roma sono ormai oltre cinquanta gli istituti in mobilitazione, nei collegi docenti e nelle assemblee dei lavoratori e degli studenti si approvano mozioni contrarie alle politiche di dismissione della scuola pubblica, si sono svolti tre flash mob davanti al Ministero della Pubblica Istruzione, l’ultimo è stato domenica scorsa. Le scuole di Roma si sono organizzate in un coordinamento che, dopo tre assemblee molto partecipate, si è nuovamente riunito ieri al Mamiani.
Iniziative analoghe stanno fiorendo in tutte le città d’Italia, testimoniando il risveglio del mondo della scuola pubblica contro l’ennesimo attacco ai diritti fondamentali dei cittadini e dei lavoratori. E’ molto chiaro il No ai provvedimenti sulla scuola contenuti nella legge di stabilità, “che sottraggono1 miliardo di euro alla scuola pubblica e finanziano di 223 milioni la scuola privata e che mirano all’abbassamento della qualità dell’insegnamento attraverso l’aumento di 1/3 dell’orario di lavoro degli insegnanti a parità di salario e senza contrattazione” sottolinea il volantino approntato dal Coordinamento Scuole “Tale provvedimento che avrà come effetto immediato il licenziamento di 30.000 precari della scuola; si cancellano così gli insegnanti più giovani che nella scuola ci lavorano e la fanno funzionare e si nega il futuro alle giovani generazioni, compresi gli studenti di oggi, togliendogli la possibilità di trovare lavoro in futuro”. “Per completare il quadro la maggioranza governativa dal PDL al PD ha dato il via libera per la legge che cancellerà la democrazia nella vita della scuola e aprirà al controllo diretto dei privati, la ex-”Aprea” denuncia l’Usb in un comunicato.
Il Coordinamento delle scuole di Roma fa appello a tutte le scuole d’Italia di coordinarsi e partecipare alla giornata del 10 novembre indicendo manifestazioni in tutte le città, per far sentire la voce di chi nella scuola ci lavora e ci studia e in generale dei cittadini tutti che vedono leso un diritto fondamentale come è quello all’istruzione; fa appello inoltre a tutte le organizzazioni sindacali di aderire e rafforzare la mobilitazione.
Sabato 10 novembre a Roma partirà un corteo alle ore 14,30 da piazza dell’Esquilino (via Cavour) che si concluderà in piazza Ss. Apostoli. Tra i sindacati che aderiranno alla manifestazione l’Usb che in comunicato mette in relazione la manifestazione di Roma con le tragiche morti di lavoratori come avvenuto a Taranto e a Napoli “Il 10 novembre a Roma l’USB sarà in corteo con il Coordinamento delle Scuola Romane sdalle 14.30 da piazza Esquilino. E in solidarietà con gli operai dell’Ilva in lotta, la Scuola manifesterà per le vie di Taranto. Dopo la morte di Claudio giovane operaio dell’Ilva e il suicidio del professore Carmelo precario della scuola disoccupato di Napoli è ora di dire basta ai ricatti ed è ora di farlo insieme”.
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