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Ore di guerriglia a Carbonia, i ministri scappano in elicottero

La giornata era iniziata alle nove di questa mattina con un nutrito presidio di operai, studenti, agricoltori e commercianti sul piazzale della grande miniera di Serbariu a Carbonia dove erano previsti gli incontri dei ministri Passera e Barca e del sottosegretario De Vincenti con le istituzioni locali.
I rappresentanti del governo Monti sono arrivati nel Sulcis per affrontare lo spinoso nodo di una grave situazione di crisi economica determinata dallo smantellamento industriale, dalla delocalizzazione e dal taglieggiamento di Equitalia nei confronti di famiglie e imprese.
Nel piazzale davanti al luogo scelto per gli incontri però le autorità hanno trovato i lavoratori delle varie aziende del Sulcis Iglesiente e del polo industriale di Portovesme. Un minatore della Carbosulcis e rappresentante di Sinistra Critica Sarda, Antonello Tiddia, questa mattina presto si era anche incatenato ad una transenna per manifestare il suo dissenso nei confronti delle politiche del governo Monti.
Nella galleria mineraria Villamarina di Monteponi invece, occupata ieri sera, hanno trascorso la prima notte i lavoratori ex Rockwool in mobilità che chiedono garanzie per il loro futuro. Davanti all’ingresso c’é il presidio formato dagli altri operai per dare manforte ai colleghi rinchiusi in galleria. ”La situazione e’ preoccupante – ha spiegato Gianni Medda, uno degli ex lavoratori dell’azienda – il presidio prosegue a oltranza. Noi chiediamo solo una cosa, che venga rispettato l’accordo firmato lo scorso dicembre che prevedeva il reinserimento delle maestranze della ex fabbrica all’interno delle aziende partecipate dalla Regione”. Nelle parole degli operai c’è determinazione e la volontà di andare avanti. ‘Vorremmo risposte concrete, atti – hanno urlato – da gennaio la mobilità con cui le nostre famiglie campano sarà ulteriormente ridotta e non sappiamo come fare ad andare avanti”. I lavoratori sollecitano la ripresa immediata del confronto: ”Tutte le parti politiche e le istituzioni devono attivarsi per trovare una soluzione per il nostro futuro”.

Poco prima dell’arrivo dei ministri Passera e Barca e del sottosegretario De Vincenti, un gruppo di operai dell’Alcoa e altri manifestanti hanno sfondato una prima fila di recinzioni per cercare di avvicinarsi al luogo dove avrebbero dovuti svolgersi le riunioni con i sindaci, e immediatamente contro di loro sono partite le cariche di Polizia e Carabinieri in assetto  antisommossa. Contro i celerini i lavoratori hanno lanciato oggetti vari e petardi, urlando al contempo slogan contro l’Alcoa, la multinazionale Usa che ha chiuso la fabbrica di Portovesme. Alcuni poliziotti sono stati colpiti da palloncini colorati che hanno imbrattato di vernice rossa le loro tute e gli scudi.
Dopo gli scontri i ministri hanno deciso di posticipare il loro arrivo a Carbonia “fino a quando la situazione non tornerà alla normalità”. Sul posto sono stati fatti affluire altri uomini delle forze dell’ordine e varie camionette sono state parcheggiate di traverso per impedire un ulteriore blitz degli operai.
Poco prima delle cariche e degli scontri Antonello Tiddia aveva deciso di interrompere la protesta intrapresa questa mattina presto, quando si era incatenato proprio alle transenne.

Nel pomeriggio la tensione è rimasta molto alta, man mano che diventava ancora più evidente che dall’incontro tra ministri e autorità locali non sarebbero venute risposte concrete alle richieste dei lavoratori e delle comunità locali, ma solo tentativo di placare gli animi con promesse vaghe e generiche puntualmente da non rispettare.
Poi la tensione è di nuovo sfociata in cariche e scontri, più volte.
Secondo i cronisti presenti i manifestanti prima hanno iniziato un fitto lancio di sassi contro i celerini che hanno risposto col lancio di lacrimogeni e dure cariche nel tentativo di disperderli. E poi i blindati di Polizia e Carabinieri hanno inseguito operai e minatori alcuni agenti cercavano di rimuovere dalla strada una Fiat Panda data alle fiamme, pneumatici, scaldabagni e letti. 

Secondo un bilancio ufficiale alcuni poliziotti sarebbero rimasti contusi e due manifestanti sarebbero stati denunciati. Dopo l’ultima carica, intorno alle 18, degli agenti del Reparto Mobile della Polizia e dei Carabinieri in tenuta antisommossa, forze dell’ordine e operai sono rimasti a fronteggiarsi per circa mezz’ora. Finchè alcuni dirigenti di Cgil, Cisl e Uil non hanno convinto i lavoratori a cessare l’assedio. Così un lancio dell’agenzia Ansa descriveva la scena: “La situazione all’esterno dell’area della miniera ricorda la guerriglia urbana: sull’asfalto sassi e pietre di ogni dimensione, resti di petardi e fumogeni, mentre la strada di accesso e’ bloccata da una montagna di materiali: un divano, una porta, ruote di camion e auto, uno scaldabagno e persino una vettura incendiata. E ancora: transenne divelte e pezzi di mobilio”.

Poco dopo i ministri Passera e Barca sono stati scortati dai militari allo scalo di Elmas, nella zona presidiata dall’Aeronautica militare. A causa delle barricate incendiate piazzate dai minatori agli ingressi della miniera di Serbariu e lungo varie strade intorno a Carbonia i rappresentanti del governo hanno dovuto raggiungere lo scalo aereo in elicottero.

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1 Commento


  • Giuseppe Farabutto Partigiano

    MITICI!

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