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Bologna. Il People Mover inguaia gli amministratori

Aveva inziato la sua campagna elettorale con lo slogan “C’è Delbono a Bologna” ora sembra invischiato in tutte le torbide trame di “capitalismo municipale”, e dopo la condanna (con patteggiamento) per peculato ai danni della Regione Emilia Romagna ora è indagato per  turbativa d’asta e abuso d’ufficio.
In buona compagnia visto che si aggiungono come “compagni di merenda” l’attuale Presidente della provincia, Beatrice Draghetti ed il suo Vice Giacomo Venturi, che nei giorni scorsi si sono visti recapitare la notifica della Procura con l’invito a comparire davanti ai pubblici ministeri Antonella Scandellari e Giuseppe Di Giorgio, coordinati dal procuratore capo Roberto Alfonso e dall’aggiunto Valter Giovannini.
Secondo i suddetti, un’infrastruttura inizialmente avviata con la finanza di progetto a partire da un contributo regionale di 27 milioni a fondo perduto, si sarebbe trasformata in una realizzazione per oltre la metà a carico di Atc, vale a dire di Comune e Provincia, in quanto l’altro socio nell’impresa, il Consorzio cooperativo costruzioni (Ccc), si sarebbe sfilato lasciando l’azienda pubblica sola a far fronte alle spese.
Chiare le dichiarazione del Comitato del No People Mover :”Abbiamo sostenuto sin dall’inizio che il progetto e il bando fossero stati creati appositamente a vantaggio dei costruttori e di gruppi di potere intenti a spartirsi la torta; il tutto a discapito della cittadinanza e della regione che dal People Mover non trarrebbero che debiti.
Dal finto project financing all’ingresso di Atc nella società, l’affare People Mover si è dimostrato rischioso e torbido, tant’è che le vicende che sta svelando la magistratura quasi ripropongono la sceneggiatura del cortometraggio* che presenteremo il 23 novembre al Lazzaretto”.
Tutto ancora da chiarire dunque anche se le indagini sulle ombre bolognesi per la gestione pubblica ,dalla vicenda Errani accusato di aver dato soldi alla Cooperativa del fratello accusa dalla quale è stato prosciolto (anche se la cooperativa quei soldi li ha presi) alla Segretaria di Bersani che sembra sia stata pagata dalla Regione Emilia Romagna pur lavorando per il Segretario PD a Roma,iniziano ad essere sempre più frequenti.
E quello che una volta era vanto della “Buona Amministrazione del Centrosinitra italiano” inizia ad incresparsi sotto le acque torbide che stagnano nelle Procure di qualsiasi città italiana.

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