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Emergenza casa, tema centrale per ogni agenda

Circa quarantaseimila famiglie alla fine di quest’anno verranno sfrattate per insolvenza. In pratica non sono riuscite a pagare le rate del mutuo. Le notifiche di pignoramento infatti aumentano senza sosta. Tanto che alla fine dell’anno saranno 8.500 in più rispetto al 2011. Uno degli effetti diretti è l’aumento delle persone senza fissa dimora. L’Istat ha calcolato che gli homeless sono quarantasettemila, in maggioranza uomini al di sotto dei quarantacinque anni e disoccupati, per metà italiani. Per lo più divorziati, lavorano in media tredici giorni al mese e riescono guadagnare appena 340 euro. Si sostengono con le mense Caritas e gli ostelli delle Onlus. In tutta Italia notizie e scene sono le stesse. Quelle di ufficiali giudiziari che bussano alla porta e tentano di buttare per strada interi nuclei familiari.
Molti degli sfratti per morosità invece interessano famiglie che, in seguito alla perdita del posto di lavoro, si sono trovate nell’impossibilità di pagare il canone di affitto. Per definire questo fenomeno è stata definita la categoria di “morosità involontaria”, cosa assai diversa dalle tradizionali morosità che hanno caratterizzato la guerra quotidiana tra inquilini e proprietari in un paese che destina poco più di uno “zero virgola per cento” all’edilizia economica e popolare. Inoltre, le politiche governative incidono negativamente anche sui bilanci comunali riducendo le possibilità di interventi da parte degli enti locali.
I sindacati degli inquilini e i movimenti di lotta per il diritto all’abitare hanno lanciato l’allarme emergenza abitativa anche in luoghi fino a ieri impermeabili a questa emergenza come l’Emilia-Romagna, dove crescono le domande di accesso alle graduatorie di edilizia residenziale, o per quelle per accedere al fondo affitti o al canone calmierato, e allo stesso tempo aumentano i processi per sfratto. Particolarmente colpita risulta la provincia di Rimini, con in valori più alti della regione. Anche qui a crescere sono soprattutto gli sfratti per morosità, essendo quelli per finita locazione pressoché nulli. Secondo i sindacati c’è un’area di povertà sociale dalle dimensioni molto elevate, che rischia di portare a tensioni sociali. A Torino, secondo i dati del Comune, oltre alle 3.500 persone famiglie che vivono in case popolari, ce ne sono altre quattromila sul mercato privato degli affitti che potrebbero essere sfrattate per morosità nel 2013. Anche perché la nuova legge regionale dice che chi non paga, anche se incolpevolmente, perde la casa. Migliaia sono infatti le famiglie che a causa della perdita del lavoro o della cassa integrazione non riescono a pagare regolarmente l’affitto. Il prefetto di Firenze ha invece deciso di sospendere per Natale tutte le operazioni di sfratto, di fronte a un’emergenza in crescita costante, che ormai genera ogni mese oltre 150 pignoramenti nel solo comune toscano. Si tratta tuttavia di un provvedimento che, dall’inizio della crisi nel 2007, è diventato prassi. Anche quest’anno il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza, riunito a Palazzo Medici Riccardi alla presenza dei vertici delle forze dell’ordine, ha deciso di sospendere, fino all’11 gennaio, l’impiego di polizia nell’esecuzione degli sfratti, e solo per le accresciute esigenze di prevenzione e controllo del territorio in questo periodo dell’anno. A Napoli sono già 1.500 le persone censite come senza fissa dimora, un numero destinato però ad aumentare nel caso in cui non dovessero essere prorogati gli sfratti esecutivi in atto. In tal modo potrebbero diventare 2.500 le persone senza un alloggio.
A Roma infine, mentre un pacchetto di sessantaquattro delibere in materia urbanistica, che dovrebbero scaricare sulla capitale altri venti milioni di metri cubi di cemento, giace in Campidoglio, migliaia di persone in emergenza abitativa hanno deciso di riprendersi la città e il diritto all’abitare. Più di seicento famiglie hanno trovato casa occupando il 6 dicembre scorso nove stabili abbandonati in diversi punti della città. Una mobilitazione nata per denunciare la situazione di chi vive sotto sfratto e aspetta la visita dell’ufficiale giudiziario, ma anche di inquilini la cui casa viene venduta a prezzi di mercato perché non possono comprarla come sta avvenendo per le famiglie che abitano nelle case degli enti previdenziali. Gli inquilini, che si sono autodefiniti come “Resistenti”, si sono organizzati con l’Asia-Usb per contrastare con ogni mezzo sfratti e aumenti vertiginosi degli affitti.
Ma l’emergenza abitativa ormai non colpisce solo le grandi città, gli sfratti e i pignoramenti sono pane quotidiano anche nelle cittadine di provincia. Nella bassa bresciana occidentale, due famiglie hanno rischiato di perdere la propria casa. A Trenzano, lo sfratto di una famiglia composta da padre, un muratore con una parziale invalidità ad una mano per un infortunio sul lavoro, dalla moglie e tre figlie, è stato rinviato dopo che l’intero paese si è mobilitato contro l’ufficiale giudiziario. Si tratta, secondo l’Associazione diritti per tutti, della quarantaduesima operazione della campagna Stop agli sfratti.
Il carattere ormai di massa dell’emergenza abitativa in tutti i suoi aspetti, dimostra quanto sia necessaria una moratoria generalizzata degli sfratti e dell’aumento degli affitti. Per non finire come la Spagna, dove il dramma degli sgomberi dei pignorati – i desauchos – continua a produrre suicidi e il problema della casa riguarda ormai mezzo milione di famiglie. L’emergenza abitativa e la sua alternativa – il diritto all’abitare – devono entrare con forza nelle agende politiche, sociali e sindacali che dichiarano di contrapporsi apertamente a quella di Monti nei prossimi mesi.

 

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