Il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha accolto la richiesta della Procura sollevando questione di legittimità costituzionale della legge 231 ‘Salva Ilva’ e inviando gli atti alla Consulta.
Anche il Tribunale di Taranto, in funzione di giudice dell’appello, la scorsa settimana aveva sollevato dubbi di costituzionalità della legge 231 rimettendo gli atti alla Consulta e sospendendo il giudizio in attesa della decisione della Corte costituzionale.“Se qualcuno aveva ancora qualche dubbio sulla vicenda in atto all’ILVA, in queste ultime settimane tutto si sta chiarendo”, esordisce Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB.
“La proprietà minaccia di non pagare gli stipendi e di andarsene bloccando del tutto la produzione – prosegue Tomaselli – ma il dissequestro o meno dei prodotti è soltanto un alibi per attaccare la magistratura e spostare le responsabilità dai Riva e dal Governo ai giudici. Il governo copre l’ILVA, che vuole continuare a fare profitti fregandosene della magistratura, della salute di un’intera città e dei lavoratori, e la sua unica risposta sembra essere quella di inviare a Taranto Ministri ormai ‘senza potere e senza portafoglio’, accompagnati da centinaia di poliziotti”.
“Le decisioni della magistratura sono legittime – sottolinea il dirigente USB – e l’unico utilizzo dell’eventuale vendita dovrebbe essere per noi quello dell’inizio dell’applicazione delle disposizioni della magistratura con una gestione fatta direttamente dalla Procura”.
“Cgil, Cisl e Uil non sono più credibili – attacca Tomaselli – solo l’ USB continua la vertenza e lo sciopero con i lavoratori, che nella fabbrica discutono e si confrontano. Ed è certo che la risposta ad eventuali azioni unilaterali dell’azienda sull’occupazione e sul salario sarà ancora più forte”.
“La risposta che vogliamo e ribadiamo da mesi è invece la nazionalizzazione dell’ ILVA, senza alcun indennizzo ai Riva, che dovrebbero invece rispondere penalmente e civilmente dei danni prodotti ai lavoratori e alla città. La vertenza dell’ILVA non riguarda più soltanto Taranto o i lavoratori di quest’azienda – conclude Tomaselli – ma è un problema nazionale e come tale noi lo consideriamo. Invitiamo tutti gli ‘attori’ a fare lo stesso e ad affrontare rapidamente il nodo principale: una nazionalizzazione che permetta la bonifica del territorio, il blocco delle attività nocive, la ristrutturazione ecocompatibile dell’azienda, assicurando al tempo stesso occupazione e salario per tutti i lavoratori dell’ILVA e dell’indotto”.
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