Da questa mattina e per tre giorni i lavoratori dell’ospedale di Careggi presidiano il Nic (Nuovo Ingresso di Careggi) contro l’Azienda che ha deciso unilateralmente di modificare la turnazione dei lavoratori con un aumento di ore di lavoro e dei ritmi (con il passaggio dal turno in quinta al turno in nona). Nella “rossa” Toscana i tagli del governo Monti ha trovato preziosi adepti nella Giunta Regionale. Nascondendosi infatti dietro il paravento della “spending review”, l’assessorato regionale alla sanità ha portato il rapporto dei posti letto ogni mille abitanti dai 3,7 previsto dal governo ai 3,16. La riorganizzazione del servizio prevede la scomparsa di 2000 posti letto, una ulteriore riduzione dei distretti territoriali, il taglio del 20% delle prestazioni diagnostiche, regalate così al privato “sociale”, l’accorpamento di tutta una serie di servizi e prestazioni e la diminuzione di 2 giorni della degenza media. E proprio in Toscana è’ partita una petizione popolare per la difesa e il rilancio della sanita’ pubblica contro i tagli della spending review e della regione. E’ stata convocata una manifestazione regionale a Firenze il 16 febbraio promossa da Comitato per la difesa della salute e dal Comitato No Debito dopo l’importante esperienza di lotta delle lavoratrici della Sodexo licenziate e poi riassunte nei servizi dell’ospedale di Cisanello a Pisa.
Sempre oggi a Roma, all’ospedale Pertini si tiene una assemblea aperta convocata dalla Usb dove oltre ai lavoratori parteciperanno anche le realtà sociali. All’assemblea interverrà Giorgio Cremaschi, portavoce del No Debito ma ci saranno anche il Coordinamento degli Operatori della salute, il Comitato No Debito di Roma, le associazioni di malati, i Blocchi Precari Metropolitani, il Coordinamento cittadino per la casa, gli studenti di Atenei in Rivolta, Cinecittà Bene Comune e i presidenti dei Municipi interessati e danneggiati dalla destrutturazione del Pertini. Nella Capitale il “cimitero” delle chiusure si allunga di giorno in giorno anche se la campagna elettorale in corso ha momentaneamente “congelato” i tagli previsti dal piano Bondi.
A Milano, sulla vicenda dei 244 licenziamenti al San Raffaele l’USB non ha firmato, e darà indicazione ai lavoratori di non approvare l’ ipotesi di accordo nel referendum che si terrà nei prossimi giorni, in quanto l’Amministrazione non ha fornito sufficienti dati economici che diano le dimensioni della crisi né ha rivelato il piano di rilancio.
La clava utilizzata per imporre dolorosi tagli alla sanità e alle aspettative di vita della popolazione è ancora una volta il pagamento del debito pubblico. Per ora di quello dello Stato, ma sulla sanità incombono anche i tagli dovuti ai piani di rientro delle regioni e il crescente debito “locale”. Il risultato è la chiusura di interi reparti, alcune volte di interi ospedali.
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