Soppresso l’articolo 4-ter nella parte in cui estendeva anche ai permessi per congedi parentali e per legge 104 l’equiparazione a “giornate effettive di lavoro”. La Commissione Bilancio della Camera, che ha esaminato ieri (24.10.2013) il DL 101/2013: Ha soppresso l’emendamento che includeva i congedi parentali di maternità e paternità, nonché quelli concessi ai sensi della legge n. 104 del 1992, tra i periodi di “servizio effettivo” ai fini dell’erogazione dei trattamenti pensionistici anticipati ed evitare la penalizzazione economica a chi la chiedesse da qui al 2017.
Restano, invece, considerate attività effettiva di lavoro, e quindi conteggiata ai fini pensionistici: le donazioni di sangue, l’astensione obbligatoria per maternità, l’assolvimento degli obblighi di leva, l’infortunio, la malattia e la cassa integrazione, grazie alla riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica, di cui all’articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n.282.
La notizia della bocciatura dell’equiparazione a “giornate effettive di lavoro” dei permessi per congedi parentali e per legge 104 è negativa per due ordini di motivi. Da una parte perché, stando agli interessati, continuerà a rimanere il vuoto normativo provocato dalla legge Fornero. Dall’altra perché si trattava di uno dei pochi possibili cambiamenti da mettere in conto.
Difficile, a questo punto, sperare in una concreta e profonda riforma delle pensioni. La difficoltà a trovare una copertura finanziaria adeguata è destinata ad azzerare ogni tipo di speranza.
La politica dunque fa cassa con i disabili. La scure della politica si è abbattuta con inaudita ferocia sui diritti delle persone con disabilità fino a giungere allo sterminio dei diritti e ad una vera macelleria sociale che si è tradotta nel taglio del fondo delle politiche sociali che: · nel 2008 era di 930 milioni di euro; · nel 2013 è di 345 · nel 2014 è pari a 0 euro.
La compartecipazione alla spesa sociale va richiesta a persone in condizioni economiche privilegiate al di sopra del ceto medio.
Il Governo in materia di welfare e di politiche sociali deve consentire a quanti vivono la disabilità il ripristino di tutti quei diritti che in qualunque società democratica e civile sono considerati inalienabili, perché in nessun tessuto sociale, neanche nei periodi di peggiore crisi, la riduzione della spesa pubblica può e deve tradursi in emarginazione sociale.
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federica
Vergognosa la decisione… vergogna lo stato italiano e tutti quelli che ne fanno parte.viene attaccato chi non ha voce…chi è più impegnato a sopravvivere che a pensare a queste m…e!!
anna
Trovo giusta la decisione della Fornero sulla legge 104. Purtroppo troppe persone usufruiscono di questa legge per i propri comodi, lasciando i parenti disabili in custodia ad altre persone. Visto la disoccupazione che c’è,lasciassero il posto di lavoro a chi ne ha bisogno!!!