Questa mattina l’USB ha partecipato in audizione alla Commissione Lavoro della Camera in merito alle proposte di legge depositate da vari partiti sul tema della rappresentanza sindacale.
“Nel suo intervento l’USB ha evidenziato la necessità di una legge per la democrazia sindacale nei posti di lavoro, che riguardi direttamente le lavoratrici ed i lavoratori piuttosto che le organizzazioni sindacali”, riferisce Fabrizio Tomaselli, dell’Esecutivo nazionale USB. “Una necessità che sosteniamo da decenni e che le legislature degli ultimi 20 anni hanno prima affrontato e poi messo nel cassetto e dimenticato; una legge recentemente sollecitata anche dalla Corte Costituzionale”.
“Il motivo di questa ‘dimenticanza’ – sottolinea il dirigente USB – è essenzialmente il no, diretto o implicito, che Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno ribadito negli anni, preferendo un rapporto concertativo e collaborativo con le controparti. Un no che si ripete ancor oggi e con sempre maggiore arroganza e che, ne siamo certi, porterà nuovamente ad un nulla di fatto anche in questa legislatura. Gli effetti per i lavoratori sono evidenti: condizioni di lavoro, salari e contratti sempre peggiori, disoccupazione alle stelle, diritti e democrazia calpestati quotidianamente”.
Precisa Tomaselli: “Durante l’audizione l’USB ha espresso la convinzione che non serva solo una legge, ma una legge buona, che non sia semplicemente di sostegno agli accordi tra Confindustria, Cgil, Cisl, Uil e Ugl, come quello del 31 maggio, ma una vera legislazione che preveda la possibilità reale dei lavoratori di decidere liberamente da chi essere rappresentati; che preveda una misurazione trasparente della rappresentatività, che stabilisca regole e metodi certi rispetto all’approvazione di contratti ed accordi, che comprenda elezioni per misurare la rappresentatività. sia a livello aziendale, sia nazionale; che sia democratica e non discriminatoria”.
Conclude il sindacalista: “Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno modificato geneticamente il loro DNA sindacale. Non si può affidare loro la tutela della democrazia sui posti di lavoro o, peggio ancora, l’applicazione, o meglio la non applicazione, dei dettami costituzionali che riguardano il lavoro e la rappresentanza sindacale”.
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