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Sciopero dei trasporti Usb. Roma bloccata, Milano precettata

Grande successo dello sciopero nazionale dei trasporti urbani indetto dall’Usb in corso nella giornata di oggi. Già nelle prime ore dopo la fine della “fascia di garanzia” mattutina, a Roma l’Atac era costretta ad ammettere che la linea A e quella B della metropolitana erano state chiuse per mancanza di personale. Con vibrante sprezzo del ridicolo la società ci teneva però a rivendicare che la linea C era invece aperta e attiva. E per forza! la nuovissima linea appena inaugurata – e su cui la magistratura ha aperto indagini, fatto arresti, ecc – è anche la prima senza macchinisti! Là dove non ci sono gli umani, insomma, cnon ci possono essere scioperi. Sembra quasi un’indicazione per i prossimo futuro…

Lo sciopero, a livello nazionale, è stato indetto “contro i provvedimenti del jobs act; le privatizzazioni selvagge che dirottano capitali pubblici verso soggetti privati; i continui innalzamenti dell’età pensionabile; le pesanti discriminazioni imposte dal Testo Unico sulla Rappresentanza; le gravi penalizzazioni di un Contratto Nazionale fermo da ben 8 anni”.
“L’Usb – è scritto ancora – chiama i lavoratori del tpl a rialzare la testa e ad aderire in massa allo sciopero per dare un segnale netto a tutti quelli che vogliono ledere i loro diritti e la loro dignità”.

Anche gli amministratori capitolini, pur cercando di minimizzare l’impatto, sono stati costretti a prevedere “almeno il 30% di adesioni allo sciopero per quanto riguarda gli autisti di superficie e sicuramente le metropolitane e le ex ferrovie concesse saranno costrette, nella fascia dalle 8.30 alle 17, a una forte riduzione dei servizi se non a una interruzione”.

Questa mobilitazione non ha nulla a che vedere con quella, provocatoria, indetta qualche settimana fa dall’Ugl, che aveva bloccato un paio di convogli metro in piena fascia di garanzia e lasciando i passeggeri a bordo. Un vero e proprio regalo per Renzi e i nemici dei lavoratori.

A Milano, invece, sono state fatte le prime prove di militarizzazione del trasporto pubblico. Il Prefetto ha infatti disposto la precettazione dei lavoratori di Atm per “garantire i servizi essenziali dell’Expo”. Una decisione che il sindacato di base Usb respinge con forza, definendola «inaccettabile» perché «nega un diritto costituzionale».
Infatti nell’ordinanza, la motivazione adottata cita: “tenuto conto delle ricadute che la suddetta iniziativa di protesta potrà comportare sul trasporto pubblico locale in questo capoluogo, considerati gli effetti negativi sul flusso dei visitatori del sito EXPO, ecc. ecc.” Questo vuol dire che a Milano nessuna iniziativa sindacale può essere effettuata fino alla conclusione dell’esposizione universale che si tiene nella città meneghina. 
Durante la notte in città sono comparsi degli striscioni di solidarietà con la protesta dei lavoratori e contro la precettazione.

Di seguito i dati sulle adesioni in un comunicato dell’Unione Sindacale di Base:

Nonostante i pesanti interventi di contrasto allo sciopero nazionale di 24 ore del trasporto pubblico locale, proclamato per oggi dall’USB Lavoro Privato contro il jobs act, i tagli ai servizi di welfare locale, il Contratto Nazionale bloccato da otto anni, il monopolio della rappresentanza sindacale del cosiddetto “testo unico”, fin dalla prima mattina in tutte le regioni si registra un’ampia e determinata adesione dei lavoratori autoferrotranvieri.
L’intervento del Prefetto di Milano, che nel capoluogo lombardo ha impedito l’esercizio del diritto di sciopero con la vergognosa scusa dell’ EXPO; l’azione della Commissione di Garanzia, che ha impedito lo sciopero nella città di Torino prendendo a pretesto il Salone Internazionale del Libro; così come le dichiarazioni di esponenti della politica, del governo e dei sindacati complici, che hanno mirato a criminalizzare lo sciopero, non hanno fatto che rafforzare la convinzione dei lavoratori a dare una risposta inequivocabile.
A Roma sono chiuse le linee A e B della metropolitana, adesione di oltre il 70% nelle linee bus della società ATAC, di circa il 90% nelle società del consorzio Roma TPL; fortemente ridotte le linee su ferro delle Roma Viterbo, Termini-Giardinetti e Roma Lido; nella Co.Tra.L del Lazio, adesioni di circa il 40%.
A Venezia il fermo del servizio ha coinvolto il 95% del settore automobilistico urbano ed il 70% dell’extraurbano; notevoli i disagi nel settore della navigazione. Nella città di Padova circa il 30% dei lavoratori della Bus Italia, ex APS ha aderito allo sciopero.
A Bologna hanno incrociato le braccia il 70% dei lavoratori della società Tiper del trasporto su gomma e circa l’80% dei macchinisti su ferro. Adesioni del 70% degli autoferrotranvieri di Reggio Emilia, circa il 60% nelle società della Romagna.
Nella città di Gorizia l’ 80% del servizio è rientrato negli impianti, a Trieste il 52%, a Udine il 40% e a Pordenone oltre il 30%.
In Trentino è oltre il 40% degli addetti della società Dolomiti Bus a fermarsi; adesioni significative anche nelle città di Rovereto, Riva del Garda, Belluno, Agordo. Nella società ligure di trasporto pubblico regionale, ATP, è il 25% del personale a scioperare.
A Napoli chiusa la linea su ferro dell’Ente Autonomo Volturno; le linee Flegree hanno registrato un’adesione del 80%, mentre è il 90% dei lavoratori delle società ANM e CTT ad incrociare le braccia.
In Calabria, nelle linee regionali FERLOC è rientrato negli impianti il 60% dei mezzi; nella società ATAM di Reggio Calabria 35 turni soppressi su un totale di 42, con adesione anche del personale della manutenzione, impianti fissi e uffici; nella società Ferrovie della Calabria adesioni del 20%.
In Sicilia un terzo delle linee extraurbane della Agrigento-Catania sono saltate già nelle prime ore del mattino, disagi sulla linea Caltanissetta Palermo.
“A fronte di una così ampia partecipazione degli autoferrotranvieri allo sciopero, i sindacati complici, i politici i Prefetti, le Istituzioni, come anche i media, dovrebbero cominciar a ragionare su cosa stia realmente accadendo nel mondo del lavoro”, è il commento di Roberto Cortese, dell’Esecutivo Nazionale USB. “L’aggressione attraverso il jobs act, il riordino delle partecipate, le privatizzazioni selvagge dei servizi pubblici; il tentativo di mettere il bavaglio attraverso il monopolio della rappresentanza dei sindacati complici e la criminalizzare di chi sciopera  non serviranno a cancellare la protesta. L’Unione Sindacale di Base rimane al fianco dei lavoratori e non abbandonerà la corsia di lotta”, conclude Cortese.

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