L’USB Lavoro Privato ha riprogrammato per il prossimo 6 settembre, dalle ore 14.00 alle ore 18.00, lo sciopero di 4 ore del personale del Gruppo MeridianaFly già indetto lo scorso 14 luglio e differito d’ordinanza dal Ministro dei Trasporti Graziano Delrio.
Questa azione di sciopero mantiene tuttora intatte le sue motivazioni, legate allo stato dei rapporti con il personale di questa compagnia. Sono ancora infatti irrisolti i temi del travaso di attività in AirItaly e della pratica insostenibile del job posting, uno degli elementi centrali dell’infinita vertenza di Meridiana.
Allo stesso tempo non si è proceduto ancora ad informare il personale posto in cassaintegrazione a 0 ore, nonostante lavori in basi dove opera a pieno regime la controllata al 100% AirItaly, su come procedere alla riqualificazione e al mantenimento dei propri brevetti, licenze e attestati.
Inoltre il personale operativo è oggetto di forzature e violazioni sulle vigenti norme contrattuali, tese a contenere il numero degli addetti in turno e quindi a porre un numero massimo di personale in cassa integrazione, anche con ritorsioni disciplinari che non solo ledono il diritto al rispetto del contratto di ogni singolo, ma sono insopportabili in una compagnia che ad oggi ancora dichiara centinaia di esuberi.
Le ultime notizie relative alla possibile chiusura della base di Cagliari e l’abbandono delle rotte operate da questo scalo in Continuità Territoriale 2 non aiutano certo il miglioramento del clima fra il personale già provato dalla battaglia contro i licenziamenti. Per capire la fondatezza di informazioni così preoccupanti l’USB Lavoro Privato ha chiesto un incontro in azienda.
L’ USB Lavoro Privato ha dato la propria disponibilità a percorrere la strada negoziale, con l’obiettivo di affrontare i grandi temi sul tappeto procedendo sul terreno del recupero del lavoro ed il rilancio dell’azienda in un’ottica unitaria. L’uscita dal tunnel che ha ingoiato questo gruppo in tanti anni di gestione scellerata la si trova solo recuperando il rapporto con le proprie maestranze, smettendo di brandire licenziamenti o sanzioni e di “giocare” col dualismo aziendale. Spetta all’azienda decidere se continuare nello stesso vecchio modo oppure cambiare finalmente registro.
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