Nella nuova Rinascente di via del Tritone, a Roma, la security pretende che i lavoratori aprano le borse e gli zaini prima di uscire dal lavoro, spingendosi anche a frugare tra gli effetti personali dei dipendenti. Tali pratiche sarebbero giustificate, peraltro a campione, solo in presenza di accordi sindacali o della competente Direzione Territoriale del Lavoro, che all’USB non sono mai stati mostrati. Non solo: viene anche violata la privacy, perché queste procedure illegali vengano portate avanti davanti agli altri lavoratori.
Un simile comportamento è inaccettabile, fuori da ogni norma e lesivo della dignità di uomini e donne che di certo non sono criminali, ma si recano in Rinascente per portare a casa uno stipendio. Alla faccia del rapporto fiduciario.
Già dall’apertura dello scorso ottobre avevamo ricevuto segnalazioni in tal senso e gli stessi dirigenti Usb avevano contattato telefonicamente La Rinascente per scoraggiare simili pratiche. Ma a quanto pare la Rinascente si è arrogata poteri di polizia giudiziaria.
Adesso basta, è ora di far intervenire la magistratura e il garante della privacy a tutela della dignità di questi lavoratori e dello stato di diritto, le cui leggi fino a prova contraria valgono anche nei “confini” dei luoghi di lavoro del commercio.
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa