A 8 giorni dalle scadenza del bando Alitalia, il ministro Di Maio dichiara di “aver trovato una quadra” sul futuro della compagnia di bandiera ma senza entrare nel merito di cosa significhi esattamente, facendo riferimento al ruolo della partnership con le Ferrovie e a una pluralità di privati che chiederebbero di essere coinvolti. Rimane intatta la vaghezza rispetto le prospettive in un’alternanza di ottimistiche dichiarazioni di esponenti governativi e articoli stampa dai contenuti un po’ più preoccupanti.
Troppe variabili sono ancora aperte: dal ruolo dello Stato al rapporto con le Fferrovie, dalla funzione e provenienza dell’eventuale partner privato, dagli investimenti previsti agli strumenti da utilizzare e soprattutto riguardo il concetto inaccettabile di esuberi che riaffiora proprio mentre si riaffacciano privati come, ad esempio, Lufthansa.
Tutte variabili dalle quali dipende non solo il destino di migliaia di lavoratori ma anche di un intero settore strategico per l’economia italiana.
Il futuro di Alitalia dipende innanzitutto dagli investimenti in flotta e da quelli per la reinternalizzazione di lavorazioni finora appaltate a terzi a prezzi folli, quindi dall’indispensabile sviluppo di voli e di ricavi. La garanzia sugli investimenti è il motivo per il quale chiediamo l’intervento al 100% dello Stato e riteniamo non sussistano esuberi strutturali, anzi ci sono le condizioni per ricreare posti di lavoro in un prossimo futuro, semmai recuperando i tanti licenziati degli ultimi 10 anni.
Le questioni poste da USB su nazionalizzazione e sugli esuberi non sono solo la pie intenzioni del sindacato ma rappresentano il segnale importante e fondamentale per comprendere per dove si sta tracciando la rotta del futuro di Alitalia.
Su questo riteniamo di essere stati molto chiari durante la riunione al Mise del 12 ottobre scorso.
Ci aspettiamo che nei prossimi giorni sia rispettato l’impegno di riconvocare il tavolo per illustrare lo stato dei lavori e fornire il quadro più chiaro e più preciso possibile sulle prospettive industriali della compagnia e di governo politico dell’intero settore, dando in questo modo seguito alle importanti aperture fatte durante l’incontro.
Ognuno degli attori deve oggi assumersi le responsabilità nei confronti dei lavoratori e del Paese.
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