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I lavoratori ex Ilva non se la bevono più

In generale non è mai una bella notizia quando uno sciopero fallisce, tuttavia il flop della mobilitazione indetta da Fim, Fiom e Uilm evidenzia l’enorme distanza tra i gruppo dirigenti nazionali e il sentire comune dei lavoratori di Arcelor Mittal di Taranto. Ormai più nessuno crede ad Arcelor Mittal, dopo aver verificato concretamente che lo stesso gruppo non ha nessuna volontà di ambientalizzare lo stabilimento ed adeguare gli impianti produttivi. Ormai appare chiaro a tutti che il diritto alla salute è diventato inconciliabile con il lavoro dell’acciaieria.

USB non ha proclamato sciopero perché oggi è necessario un nuovo intervento pubblico nella politica industriale di questo paese, intervento senza il quale i privati agiscono solo a fini speculativi lasciando veleni e disoccupazione nei territori.

USB lavora ad una mobilitazione che metta al centro il ritorno in mano pubblica del gruppo, la programmazione dello spegnimento dell’area a caldo e la costruzione di un’alternativa industriale, occupazionale e di reddito per i migliaia di lavoratori interessati.

 

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1 Commento


  • De Marco Paolo

    Care compagne, Cari compagni,

    Chiedo se possibile la pubblicazione dell’accordo siglato dai sindacati e dal governo con l’Arcelor-Mittal per la ripresa dell’ILVA. (Oppure indicarmi dove posso procurarmi una copia.) Si tratta di un dossier strategico per il nostro Paese, i marxisti devono dunque reagire con forza e su basi fattuali.

    Come spiegato in un breve pezzo – vedi : http://rivincitasociale.altervista.org/ilva-gargarismo-nazionalista-della-banda-trasversale-del-britannia-8-novembre-2019/ – si sta giocando una cattiva messa in scena per chiudere l’ILVA e per permettere alla Arcelor-Mittal di andare via senza oneri – o forse anche con compensi, grazie ai dirigenti del M5S !!! Tutta la faccenda dello scudo non convince. E pure certo che la questione ambientale non sarà presa in carico con la chiusura dell’impianto, sopratutto nel nostro Paese con il suo Stato latitante e delinquente. La bonifica, la ristrutturazione e la tutela dei lavoratori devono andare di pari passo: quelli che gridano chiusura per ragioni ambientali non spiegano ai lavoratori che questo significa disoccupazione a lungo termine o migrazione forzata in un Paese dove l’ISE è fissato a 3000.00 euro di reddito familiare annuo e con in RDC ridotto ad un misero REI.

    Intanto gli approvvigionamenti vengono bloccati da Arcelor- Mittal portando alla chiusura inevitabile dell’impianto se il governo non interviene preventivamente con il commissariamento. Si tratta di una chiusura che sembra essere stata programmata al tavolino, in particolare dai dirigenti del M5S e della Lega. Vedi : https://www.huffingtonpost.it/entry/arcelormittal-ha-fermato-lo-sbarco-delle-materie_it_5dc93504e4b0fcfb7f697612?utm_hp_ref=it-homepage . Se Arcelor-Mittla non rispetta il contratto deve pagare i danni.

    Distruggere l’industria a favore dei servizi in un Paese che non spende oltre il 0.9 % del PIL in Sviluppo e Ricerca non ha senso. Parlare di soluzione compatibile con il « mercato » – dixit Gualtieri e le sue « illusioni » non proprio gramsciane se non alla Vacca … – costituisce una palese violazione della Costituzione la quale sancisce l’obbligo per lo Stato intervenire quando il privato, alias il « mercato », non assume le proprie responsabilità per proteggere l’interesse generale.

    Il rallentamento economico globale ha poco a che fare con la situazione dell’ILVA. Pesa molto di più il contraccolpo dei dazi americani contro l’acciaio cinese, rendendo l’acciaio meno caro in Europa senza che il governo abbia preso le contro-misure necessarie contro i fautori della distorsione del mercato, cioè i Stati Uniti. La questione della nuova anti-dumping da me richiesta deve ricevere priorità. Vedi il mio Appello in http://rivincitasociale.altervista.org

    In oltre, il « mercato » non impedisce il salvataggio delle banche private e speculative dunque parassite. Si tratta di salvataggi miliardari, a fondo perduto. Sono salvataggi indiretti – tramite il provisioning bancario continuo e deducibile a 100 % dalle tasse – e salvataggi diretti come l’intervento massiccio dello Stato ad esempio il Fondo Atlante di Padoan. Vedi « Padoan: da Atlante effetto-leva da 50 miliardi » in https://st.ilsole24ore.com/art/notizie/2016-04-15/padoan-atlante-effetto-leva-50-miliardi-070754.shtml . Vedi pure:
    https://www.soldionline.it/notizie/azioni-italia/fondo-atlante-come-funziona-e-quali-banche-partecipano .

    Vi prego rispondermi al più presto,

    Vostro,

    Paolo De Marco

    PS: Non ho obbiezione all’eventuale pubblicazione di questo pezzo.

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