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ITA: un investimento pubblico che produce tagli e migliaia di licenziamenti

Martedì 20 luglio i lavoratori Alitalia in piazza a Roma

Giovedì 15 luglio è stata diramata la notizia dell’accordo (ancora secretato!) tra il Governo e la UE sulle condizioni capestro poste per la nascita di ITA, che dovrebbe avviare le proprie attività nel prossimo mese di ottobre.

Dai dati forniti dalla stessa ITA nel suo comunicato stampa, la nuova compagnia nasce solo con una parte del ramo aviation, societarizzerà l’handling, esternalizzerà le manutenzioni e dimezzerà la flotta rispetto all’attuale, perdendo il 57% degli slot di Fiumicino e il 15% degli slot di Linate. Inoltre sarà costretta a ricomprare il proprio logo e a dare l’addio al proprio prezioso programma loyalty.

Purtroppo, tutto quanto secondo le previsioni: un piano industriale inaccettabile per un progetto fallimentare e sbagliato fin dal suo avvio, frutto di una sostanziale resa in sede europea e della incapacità della politica italiana di progettare lo sviluppo industriale adeguato di una vera compagnia di bandiera al servizio delle esigenze del nostro Paese.

Una trovata quella di ITA, come imposto dalla UE al governo italiano, che non fornisce alcuna soluzione di sistema ai problemi del vettore e dell’intero settore.

Nei fatti si delinea una compagnia ridimensionata e impoverita del proprio patrimonio storico e industriale, che si priva del tessuto di professionalità. Una nano-compagnia inadeguata e priva di futuro, il cui sviluppo è ipotecato in partenza e che sarà ceduta a breve al competitore che si aggiudicherà la gara.

Per quanto riguarda il piano occupazionale, sempre da quanto comunicato, ITA nascerà con 2700 dipendenti rispetto ai 10.500 attuali, per poi prevedere una progressiva crescita che in 5 (cinque) anni dovrebbe portare ad avere un organico di poco più di 5.500 che, sommando quelli occupati nelle società di Handling e Manutenzione dovrebbero salire, senza nessuna certezza, a circa 8.500.

In cinque anni l’occupazione prodotta da un investimento pubblico produrrà, quindi, 8000 esuberi immediati che dovrebbero scendere –secondo le improbabili promesse contenute nel comunicato stampa di ITA- a 2.000 entro i prossimi 5 anni. Come se non bastasse il piano di ITA polverizza quanto resta di Alitalia e lascia campo libero allo sviluppo delle low-cost.

Di fronte a questo disastro industriale e sociale, sono enormi le responsabilità del governo e dei partiti politici che sostengono questa maggioranza, già protagonista dello sblocco dei licenziamenti che ha già prodotto sconquassi nel giro di pochi giorni.

ASSEMBLEA E PRESIDIO DEI LAVORATORI ALITALIA MARTEDÌ 20 LUGLIO 2021
PIAZZA SAN SILVESTRO – ORE 10

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