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Firenze. Operai Gkn ancora sulla torre. “La cassa integrazione va pagata”

Ieri è stato il quarto giorno di protesta degli operai ex Gkn arrampicatisi sulla torre di San Niccolò a Firenze. In un post su Facebook oggi il Collettivo di fabbrica della ex Gkn ha scritto: “Siamo stati contattati dalle istituzioni. Ci hanno detto che ‘la cassa è stata sbloccata’ e ‘mercoledì arrivano i pagamenti’. Questo di per sé ancora non vuole dire nulla. E dimostra che prefettura e ministero del Lavoro sulla nostra vicenda non capiscono niente o fanno finta di non capire. Abbiamo chiesto un incontro stamattina in prefettura per delineare il complesso della situazione e delle nostre richieste. Ci è stato detto che l’incontro sarà possibile quando scendiamo dalla torre”.

Atteggiamento grave, gravissimo, da parte di chi tollera da 8 mesi un sequestro di diritti. Non siamo in un film e questo non è un gioco. Sono stati muti e inoperosi di fronte a famiglie senza stipendi e ora dettano condizioni. L’azione sulla torre prosegue e finisce come e quando decidiamo.

Il tema è avere certezza di questi pagamenti, ma non solo. Di quali mensilità stiamo parlando? Qf consegna le buste paga? Paga tutto il dovuto? In una frase, la violenza di Qf verso questo territorio deve cessare.

Qf trattiene in maniera indebita i giorni di cassa integrazione dall’1 al 9 ottobre. Sono una frazione della precedente cassa (11 ter) che Qf ha dichiarato di avere anticipato ai lavoratori. Ma questo non è vero per il periodo 1-9 ottobre. Sono soldi Inps diretti ai lavoratori che Qf sta trattenendo.

Non esiste solo la cassa integrazione ma tutta la quota parte di giorni lavorativi, elementi contrattuali (ferie, benefits, permessi ecc) che Qf non sta pagando. Per impedirci di accedere al nostro credito, Qf non consegna le buste paga da dicembre.

Prefetto e ministero del lavoro devono attaccarsi al telefono e chiedere perché una azienda non consegna le buste paga degli ultimi sei mesi.

I casi infatti sono due: o l’azienda non è in grado di fare delle buste paga o le trattiene indebitamente.

Nel primo caso, se una azienda non è in grado di fare le buste paga, vuol dire che non è una struttura di impresa. È evidentemente una struttura con altre finalità.

Se invece non le consegna per scelta, questo è un crimine sociale e l’ispettorato del lavoro deve iniziare una azione, con risvolti penali.

Convocare immediatamente un tavolo regionale che faccia il punto sulla reindustrializzazione, a partire dallo scouting pubblico e dal progetto di reindustrializzazione operaio.

Ricapitoliamo:

– pagare 1-9 ottobre

– sbloccare tutti i flussi per fare avere ai lavoratori tutta la cassa integrazione arretrata

– pagamenti certi

– consegnare le buste paga ai lavoratori

– pagare tutte le spettanze

– fare partire la reindustrializzazione subito: tavolo regionale e sostegno pubblico al progetto di reindustrializzazione operaio

– reintegra di coloro che sono stati costretti a licenziarsi, messa a disposizione dello stabilimento della reindustrializzazione portata dallo scouting pubblico e dal progetto elaborato dal comitato tecnico scientifico del Collettivo di fabbrica

Sarà un’altra lunga giornata. Degna di essere vissuta. Per la fabbrica socialmente integrata, per ricreare 400 posti di lavoro, per le produzioni ecologicamente e socialmente avanzate.

A luglio insorgo quando voglio. Non ci sarà una sola azione risolutiva ma un altro capitolo di questa caparbia lotta operaia. La nostra rabbia ora tocca il cielo. Spiccare il volo o cadere.

In ogni caso ci vediamo poi tutte e tutti l’8 e 9 luglio di fronte ai cancelli della Gkn

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