L’Italia è il Paese delle cinque stagioni. Alle quattro tradizionali, infatti, si è aggiunta la stagione del lamento. Quello degli imprenditori che a favore di telecamera si lagnano perché non c’è più voglia di lavorare, di sacrificarsi, di imparare un mestiere!
Che roba questi lavoratori e queste lavoratrici di oggi: “fannulloni”, “divanisti”, “parassiti”! Per questo i poveri imprenditori di casa nostra non trovano più dipendenti.
Se poi sono proprietari di ristoranti, bar, alberghi, gestori di stabilimenti balneari, la ricerca è impossibile: “e questi lavoratori che non vogliono lavorare nei fine settimana” e “maledetto reddito di cittadinanza” e “i giovani devono imparare a soffrire” (Renzi dixit)…
Il turismo viene spacciato come il “petrolio d’Italia” – con l’indotto vale il 13% del PIL, 190mld di €. In realtà il turismo – così come accade per il petrolio nei Paesi petroliferi – produce contemporaneamente enorme ricchezza ed enorme miseria. La prima rimane attaccata nelle tasche di pochi imprenditori piagnoni; la miseria, invece, distribuita tra i lavoratori e le lavoratrici del comparto.
Il turismo è uno dei settori a più alto tasso di irregolarità, secondo quanto riporta l’Ispettorato del Lavoro: 3 aziende su 4 irregolari ai controlli. Le storie reali – quelle che sui media non trovano spazio – raccontano di dipendenti costretti anche a 7 giorni su 7, 12 ore al giorno, senza diritto a ferie e malattia e per paghe da fame (in molti casi pagate in nero).
Ma anche perché i CCNL applicati prevedono paghe basse, insufficienti per un’esistenza dignitosa: poco più di 7€ lordi per un aiuto cuoco; poco più di 8€ per un bagnino.
Un salario minimo è urgenza e necessità anche per chi lavora nel turismo.
10€ l’ora è il minimo per chi costruisce la vera ricchezza del nostro Paese: i lavoratori e le lavoratrici!
Il 14 luglio Unione Popolare lancia una mobilitazione in tutto il paese.
Qui tutte le info e le iniziative in aggiornamento:
https://poterealpopolo.org/14-luglio-turismo-fantasmi…/
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