Negli appalti della FERRERO e in particolare nell’indotto del confezionamento, da 30 anni migliaia di lavoratrici e lavoratori, in gran parte donne e migranti, vengono sfruttate da un sistema fondato sulla precarietà e sull’applicazione di retribuzioni al di sotto della dignità.
Un sistema costruito negli anni a tavolino tra cooperative/aziende che gestiscono gli appalti e le o.o.s.s CGIL-CISL-UIL, i quali hanno deciso di creare un contratto provinciale (integrato da un contratto aziendale) ad hoc per regolare i rapporti di lavoro in questi appalti. In realtà un contratto nazionale di riferimento per il confezionamento alimentare c’è, ed è il ccnl industria alimentare (applicato ai dipendenti diretti Ferrero) ma evidentemente questi livelli retributivi erano ritenuti troppo dignitosi per la manodopera periferica ed esternalizzata!
Inoltre, la più grande di queste cooperativa, GTPM, a seguito della trasformazione in PROTECO s.r.l, ha deciso di non applicare più il vetusto contratto provinciale ma, in accordo con Cisl e Uil, il ccnl Multiservizi. Insomma, si fa di tutto, per non dare a questi lavoratori paghe e un contratto dignitoso e confacente alle reali mansioni svolte!
Dopo decenni di sfruttamento però, un cospicuo gruppo di lavoratrici/lavoratori ha scelto di organizzarsi con USB per togliere il velo a tutto a questo, e iniziare un percorso di lotta.
Il primo riuscito sciopero nella storia di questa vicenda si è svolto, davanti ai cancelli della ditta appaltatrice PROTECO, il 26 settembre scorso, dove i lavoratori, combattivi, hanno esposto lo striscione USB “Abbassate le armi, alzate i salari!”.
A distanza di una settimana si replica, in crescendo, con un altro sciopero dell’intera giornata, stavolta, nonostante l’incessante pioggia, davanti i cancelli della multinazionale FERRERO ad Alba.
Con lo slogan urlato a piene voci di “salario, diritti, dignità!” i lavoratori hanno esposto lo striscione “appalti Ferrero: 30 anni di sfruttamento. Vogliamo il tempo pieno e un salario dignitoso”. Numerosi i partecipanti, i solidali e i giornalisti interessati.
Questa giornata è uno spartiacque tra il tempo trascorso sotto il giogo dello sfruttamento e la voglia di riscatto e di dignità. Il fatto di essere davanti la FERRERO sottolinea anche il fatto dell’esistenza di “due mondi” del lavoro: da un lato i dipendenti diretti, dall’altro il lavoro sottopagato degli appalti.
Si tratta d’altronde del punto di avvio di questa vertenza, della presa di coscienza da parte dei lavoratori, consapevoli che condurremo ad oltranza questa lotta fino all’ottenimento di salario, diritti e dignità.
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