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Ancora sangue sulle rotaie, basta con le scuse: sono omicidi sul lavoro! Sciopero Manutenzione Ferroviaria 9 ottobre

Ancora sangue e morte dei lavoratori sui cantieri di RFI; ancora le ormai insopportabili frasi di circostanza e di scarico di responsabilità da parte del committente e della dirigenza societaria che vuole far passare questa strage continuata come effetto di improvvidi comportamenti di lavoratori stessi che eludono le norme di sicurezza:

Basta con questa infinita ipocrisia e basta con la mistificazione!

Le reali cause degli infortuni gravi, gravissimi e mortali, sui cantieri ferroviari sono da attribuire a una visione di impresa che ha banalizzato la specificità dei rischi nel settore ferroviario e preteso di applicare modalità di gestione delle attività non compatibili con la delicatezza di queste operazioni a scapito della tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori interessati.

La logica privatistica agita attraverso la catena più volte da noi denunciata degli appalti, dei subappalti e dei sub-subappalti, adottata da RFI, ha dimostrato da tempo la sua micidiale portata di attacco alle condizioni di lavoro nel settore, con orari notturni insopportabili e tempi di riposo costantemente erosi dalle pretese produttive delle imprese appaltatrici. Tutto ciò sta creando un circuito vizioso che ha trascinato verso il basso lo stesso impianto normativo e di prassi applicato ai ferrovieri del settore stesso.

Questa stessa logica sta riversando i suoi nefasti effetti anche sulla garanzia di sicurezza dovuta per il servizio ferroviario provocando la tremenda somma di morti, tra viaggiatori e lavoratori, sparsi nel Paese: da Viareggio a quello di oggi a San Giorgio di Piano, passando per Pioltello, per Livraga, per Brandizzo (a un mese dal primo anniversario), per Corigliano Calabro. 

Per questo non bastano le lacrime o le parole di circostanza ma serve ripensare l’intero sistema di trasporto ferroviario, reduce da mesi molto difficili per i lavoratori e i passeggeri, rimettendo al centro la sua specificità, la salute e la sicurezza e gli interessi di chi ci lavora e di chi viaggia.

Per questo occorre che il parlamento discuta e approvi il disegno di legge presentato per l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro e per il rafforzamento del ruolo del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicureza (RLS)

Gli unici che sembrano non accorgersene sono il Ministro Salvini e gli Amministratori Delegati e i massimi dirigenti del Gruppo Ferrovie dello Stato che invece di assumersi la responsabilità che gli compete, preferiscono nascondersi dietro alibi, scuse e chiodi piantati male.

L’unico chiodo pericoloso che vediamo in giro è quello per le grandi opere con il quale Salvini sta martellando l’opinione pubblica italiana, sulle quali è pronto a investire risorse che evidentemente dovrebbero essere indirizzate verso i reali bisogni dei viaggiatori italiani e dei lavoratori delle ferrovie, sfiancati questi ultimi da una crisi organizzativa di cui il management di RFI e dello stesso gruppo FSI dovrebbe essere chiamato a rispondere

Salvini e il dicastero che presiede non hanno dato e continuano a non dare riscontri alle denunce che vengono inoltrate dalla nostra organizzazione sullo stato delle ferrovie e sugli appalti ai privati, ormai da anni, anzi ha chiuso le porte alle proteste dei lavoratori e lavoratrici, incluse quelle verso accordi sindacali folli fatti con RSU scadute da anni. Si è anche assunto la responsabilità di lasciare fuori le delegazioni dei lavoratori, mentre gli scioperi si succedono nelle ferrovie con adesioni sempre più alte da parte del personale viaggiante e dei manutentori dell’infrastruttura.

I ferrovieri risponderanno come sanno fare: sciopero intera giornata il 9 ottobre della manutenzione e infrastrutture per fermare la strage di ferrovieri e per rilanciare una ferrovia pubblica, sicura ed efficiente.

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