A fine settembre risultavano già 386mila denunce di infortunio sul lavoro dall’inizio dell’anno e 680 omicidi: dati in aumento rispetto allo scorso anno, dimostrazione lampante che finora nessuna delle misure adottate dal governo abbia prodotto un cambiamento significativo. Dal 2007, anno della strage alla Thyssenkrupp ci sono stati più di 20mila morti sul lavoro – una guerra – e 10 milioni di feriti, ma nessun governo ha pensato che fosse arrivato il momento di adottare misure drastiche. Anzi, la Meloni nel discorso di insediamento del suo governo, sottolineò che non avrebbero “disturbato chi vuole fare”: i risultati sono oggi ben visibili.
Stare a guardare però non è più possibile. USB e Rete Iside hanno da tempo individuato soluzioni credibili e fattibili al problema, dall’introduzione di deterrenti seri ai comportamenti omissivi dei padroni come il reato di omicidio sul lavoro, alla messa in discussione del sistema degli appalti a partire dalla legge Biagi del 2003, fino al rafforzamento del ruolo degli RLS, i rappresentanti dei lavoratori sulla sicurezza.
Gli attuali 5mila Ispettori in servizio, anche qualora arrivassero ad aumentare fino a coprire l’intero organico di poco meno di 8mila (ma ci sono altri calcoli che parlano di un organico di 11mila Ispettori sul lavoro), non riusciranno mai ad assicurare controlli efficaci in un mondo del lavoro altamente frammentato come quello italiano. Gli RLS, invece, potrebbero essere dappertutto e assicurare un’azione di controllo come previsto dall’art.9 dello Statuto dei lavoratori, se debitamente formati e potenziati nel loro ruolo.
Lunedì 21 a Roma, Rete Iside e USB hanno convocato un assemblea di delegati e RLS, per discutere come rilanciare la battaglia. Contro il peggioramento delle condizioni di sicurezza sul lavoro, dovuto all’aumento dello sfruttamento, serve più potere per chi lavora.
Sono state invitate le forze politiche.
Dalle ore 10.30 presso il BasilicaHotel di via Cavour 85/A
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