Menu

Un altro italiano morto nel carcere francese di Grasse

Anche in questo caso la causa della morte è un infarto. Di un attacco di cuore sarebbe morto, secondo le autorità francesi, un italiano detenuto nel carcere di Grasse, in Costa Azzurra, lo stesso dove tre anni fa morì un altro detenuto italiano, Daniele Franceschi. E così come nel caso del viareggino di 36 anni anche in questo caso i familiari mettono in discussione la versione ufficiale. Claudio Faraldi, ventinovenne di Ventimiglia, era infatti in piena salute e non vi erano mai state avvisaglie in passato del fatto che avesse problemi cardiaci nonostante un passato di tossicodipendenza. 
Oltretutto i familiari sono stati avvisati del decesso solo tre giorni dopo la morte del ragazzo che stava scontando una condanna a cinque anni di reclusione per una rapina compiuta due anni fa, e che sarebbe uscito tra sei mesi. “Perché tanto ritardo nella comunicazione della morte?” si chiedono i genitori.

Le autorità diplomatiche italiane hanno chiesto di essere tempestivamente informate sull’esito dell’esame autoptico, fissato per il prossimo 16 maggio, e sull’evoluzione delle indagini disposte dalle autorità francesi. Alla famiglia di Claudio Faraldi è arrivato il tempestivo sostegno da parte di Cira Antignano, la madre di Daniele Franceschi, l’uomo morto nel carcere di Grasse tre anni fa in circostanze mai chiarite. Mentre le autorità carcerarie francesi hanno sempre giustificato il decesso con un attacco di cuore, la madre ha sempre denunciato che in realtà il figlio sia morto in conseguenza di un pestaggio. Cira Antignano ha suggerito esplicitamente ai Faraldi di pretendere di vedere il cadavere del figlio prima dell’autopsia, in maniera che siano ancora visibili eventuali segni non riconducibili alla versione ufficiale.
“Non dico che mio figlio sia morto perché lo hanno ucciso. Dico solamente questo, non credo all’arresto cardiaco, voglio solamente la verità su mio figlio: non domando nient’altro, voglio sapere se è morto per cause naturali, in questo caso, sono il primo a chinarmi davanti alla Francia e chiedere scusa, personalmente, anche davanti alle televisioni, ma se mio figlio non è morto per cause naturali domando che i colpevoli paghino per quello che hanno fatto” afferma il padre di Claudio, Giancarlo Faraldi.
“Ho visto Claudio due giorni prima che morisse. Era in perfetta forma e in salute. Devono farmelo vedere e, soprattutto, devono dirmi com’è morto. E voglio tutta la verità” dice invece  Chantal Jiboin, la compagna del giovane, che spiega: “Non credo che Claudio sia morto per un attacco di cuore. Aveva smesso da sei mesi di assumere antidepressivi e altri medicinali e aveva già un posto di lavoro per quando sarebbe uscito, come operaio in una fabbrica di profumi di Grasse. Era pulito, educato e gli era stata anche ridotta la pena, proprio per la sua buona condotta”. “Non mi vogliono dare i suoi effetti personali, neanche l’anello di fidanzamento, perché dicono che non sono sua moglie. Non vogliono neanche farmelo vedere”.
Alla fine la situazione sembra in parte essersi sbloccata. Questa mattina dovrebbe svolgersi all’ospedale di Nizza l’incontro tra una delegazione consolare italiana e i familiari di Claudio Faraldi. Sempre stamattina, il papà, la mamma e la fidanzata della giovane vittima dovrebbero poter finalmente vedere la salma di Claudio, custodita presso la camera mortuaria dell’ospedale Pasteur.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *