Il pubblico ministero Manuela Persico – ovvero l’accusa – nel processo in corso per l’omicidio del diciassettenne Davide Bifolco ha chiesto una condanna a soli tre anni e mezzo per il carabiniere che aveva ucciso il ragazzo, in Corso Traiano, a Napoli, il 5 settembre dello scorso anno. Formalmente per il carabiniere Giovanni Macchiarolo sono stati chiesti cinque anni di reclusione, ma dato il rito abbreviato richiesto dal legale del militare la pena effettiva verrebbe ridotta automaticamente di un terzo.
Il reato, secondo l’accusa, andrebbe infatti derubricato a semplice “omicidio colposo”, meno grave di un incidente stradale, nonostante che il carabiniere sparò un colpo di pistola alla schiena di un ragazzo disarmato per il semplice fatto che non si era fermato all’alt a bordo di un motorino.
I parenti di Davide, presenti in aula, hanno fortemente rumoreggiato contro la decisione. A quel punto il gup Ludovica Mancini prima ha fatto allontanare i parenti della vittima dall’aula e poi ha sospeso l’udienza per circa mezzora prima di riprendere a porte chiuse.
All’esterno del Tribunale, invece, i cittadini indignati hanno inveito contro le cosiddette “forze dell’ordine” schierate in gran numero e in assetto antisommossa a difesa del palazzo. Lanciate anche alcune uova.
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