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Nabucco contro South Stream, è guerra sui corridoi energetici

Il commissario europeo all’Energia Guenther Oettinger ha lanciato oggi un appello alle autorità russe affinchè non facciano pressione sui paesi dell’Asia centrale per far naufragare il progetto Nabucco, il gasdotto destinato a ridurre sensibilimente l’ approvvigionamento dell’Europa dal gas russo. “Non vogliamo bloccare South Stream, ma ci aspettiamo che i nostri partner russi non facciano pressione sui paesi attraverso i quali deve transitare Nabucco”, ha detto Oettinger in una conferenza stampa questa mattina a Berlino.
Il corridoio energetico Nabucco è stato progettato per trasportare il gas del Mar Caspio attraverso la Turchia verso l’Europa occidentale sbicando nel porto turco di Ceyhan ma evitando Russia e Iran. Nabucco è in concorrenza con il corridoio South Stream, un’idea di Gazprom e dell’italiana Eni, anch’esso progettato per trasportare il gas del Caspio. “Apprezzo la Russia come partner per il gas russo, ma per il gas di paesi terzi preferisco il tracciato più breve a un percorso che passa per la Russia” ha aggiunto il commissario tedesco, grande sostenitore del progetto Nabucco e dunque avverso a South Stream. Il New York Times, ai primi di marzo, segnalava l’insorgere di serissimi problemi per il progetto del corridoio energetico Nabucco, fortemente sostenuto negli anni dalle amministrazioni USA proprio per tagliare fuori dai corridoi strategici sia la Russia che l’Iran.
Il progetto infatti ha un quadro giuridico pronto e ha ottenuto un aiuto di 200 milioni da Bruxelles, ma mancano i contratti di fornitura…. con i paesi produttori di gas
I principali ostacoli sarebbero almeno un paio: i costi di costruzione del gasdotto, lungo 3.300 km, che sono schizzati alle stelle, e il fatto- non certo irrilevante – che il consorzio non è ancora riuscito a trovare i fornitori del Nabucco, il quale vorrebbe trasportare 31 miliardi di metri cubi di gas naturale l’anno dalla regione del Mar Caspio in Europa.
La competizione feroce relativa a produzione, distribuzione, royalties sulle pipelines di gas e petrolio, torna dunque ad accendersi e a mettere in campo numerosi attori con interessi niente affatto convergenti. La geografia mondiale del petrolio e del gas continua a mutare pesantenente. Lo scenario generale poi sembra aggiungere giorno dopo giorno molto materiale “infiammabile”.

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