Qui verrà applicato un taglio secco del 20% su tutti i conti superiori ai 100.000 euro, mentre per tutti gli altri istituti la tosatura sarà pari 4%.
La decisione è arrivata al termine della disperata “trattativa” tra il governo guidato dal conservatore Nicos Anastasiades e la Troika, a Bruxelles. Quest’ultima si è mostrata irremovibile, rifiutando quasi tutte le controproposte del cosiddetto “piano B” presentato dal piccolo paese del Mediterraneo. Non saranno invece nazionalizzati i fondi pensione.
È stata scartata dopo una lunga discussione l’ipotesi di togliere l’11% a tutti i conti di tutte le banche, nel tentativo di arrivare a quei 5,8 miliardi considerati necessari come “pacchetto di garanzia” per un prestito di 10 miliardi da parte della Troika. C’era il timore di azioni legali da parte della banche “sane”; un altro dettaglio, illustrato dalla televisione pubblica locale, riguarda il fatto che il calcolo dei 100.000 euro verrà fatto per persona, e non per conto. In pratica, verrà tosato anche chi aveva più di un conto sotto quella cifra.
Dunque sono state teoricamente raggiunte tutte le condizioni affinché, entro domani, la Banca centrale europea possa concedere il credito di 10 miliardi per evitare il fallimento del paese.
Si moltiplicano intanto le proteste popolari (in un paese con meno di un milione di abitanti), anche perché non è per nulla chiaro quali altre misure di “rigore” sono state indicate dalla Troika riguardo alla spesa pubblica da tagliare. Già venerdì il Parlamento aveva votato 7 miliardi di “risparmi” (quasi il 30% del Pil; è come se in Italia di decidessero in un solo colpo tagli per 500 – cinquecento – miliardi!), che si abbatteranno sopra un welfare già abbastanza deficitario. Per ora si sa che sono stati varati: la creazione di un fondo di solidarietà in cui raccogliere assets statali, fondi pensionistici e i beni immobiliari messi a disposizione dalla Chiesa greco-ortodossa; i poteri del governo di imporre restrizioni sui movimenti dei capitali depositati nelle banche; la possibilità di suddividere in “good-bank” e “bad-bank” un istituto a rischio di fallimento, norma che verrà applicata alla Laiki Bank (Banca Popolare), la seconda per grandezza dell’isola.
Ieri pomeriggio, intanto, centinaia di dipendenti delle banche hanno manifestato a Nicosia nel timore di perdere il posto di lavoro. Il corteo è andato dalla sede del sindacato di categoria (Etyk) fino al palazzo presidenziale, dove è stato fermato dalla polizia. A Cipro le banche sono chiuse da una settimana e tutte le transazioni online sono bloccate. Il massimo del prelivo possibile ai bancomat è di 500 euro al giorno.
Il Parlamento cipriota tornerà quasi certamente a riunirsi soltanto dopo il vertice dell’Eurogruppo in programma oggi.
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