I ministri delle finanze della zona euro e le autorità cipriote hanno raggiunto un accordo solo intorno alle 3 del mattino: aiuti per 10 miliardi di euro per l’isola in cambio di una profonda ristrutturazione del settore bancario cipriota.
L’intesa prevede lo smembramento completo della banca Laiki, la seconda del Paese, “con il pieno contributo di titolari di azioni, obbligazioni e depositi non garantiti”. Le prime due categorie sono tecnicamente “investitori in capitale di rischio” e quindi non garantibili in nessun caso, secondo le normali leggi di mercato), mentre i secondi sono – sempre tecnicamente – “risparmiatori” che pensavano di aver messo i soldi al sicuro.
“Laiki verrà divisa in una buona e in una cattiva banca”, spiega la nota dei ministri europei. La parte sana della banca confluirà nella Banca di Cipro, il primo istituto di credito del paese (di proprietà pubblica, in larga parte). Qui confluiranno i depositi sotto i 100mila euro, la cifra “garantita” dalla legislazione europea anche in caso di fallimento della banca presso cui sono depositati; mentre quelli al di sopra di questa soglia “resteranno congelati finché non sarà effettuata la ricapitalizzazione della banca”. Questi depositi “potrebbero successivamente essere soggetti a misure appropriate”, continua la nota, alludendo al fatto che la misura dell’esproprio dipenderà dal successo dell’operazione di ristrutturazione.
Ma anche la Banca di Cipro sarà soggetta a ricapitalizzazione “con un pieno contributo dei titolari di azioni e di obbligazioni,” e “con una conversione dei depositi non garantiti in azioni”. I “risparmatori” più ricchi si vedranno dunque trasformare sotto il naso i soldi in azioni; di cui è prevedibile il precipitare di valore non appena la Borsa sarà messa in condizione di quotare nuovamente il titolo. Di fatto, una drastica svalutazione del patrimonio mobiliare, a carico soprattutto dei ricchi russi che a Cipro avevano trovato un mezzo paradiso fiscale e un’occasione di investimento o di evasione fiscale.
L’entità del prelievo che verrà effettuato su tali depositi non è dunque calcolabile al momento, ma fonti Ue – nella notte – hanno lasciato capire che sarà “sostanzioso”.
I 10 miliardi di aiuti dall’Ue non saranno infatti utilizzati per la ricapitalizzazione delle banche cipriote. L’accordo sul finanziamento Ue da 10 miliardi verrà finalizzato “entro la terza settimana di aprile”, in modo da poter avere i primi aiuti stanziati a maggio. A questi fondi, potrebbe aggiungersi un finanziamento extra da parte del Fondo monetario internazionale (e Christine Lagarde ha già anticipato la partecipazione dell’istituto da lei diretto). Nel frattempo, misure di controllo dei capitali verranno applicate a Cipro “vista la situazione di emergenza,” continua la nota precisando che “le misure saranno temporanee, proporzionate, non discriminatorie e soggette ad una rigida supervisione.”
Il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble, ha spiegato che “l”accordo sul salvataggio di Cipro raggiunto dall’Eurogruppo non ha bisogno di essere votato dal Parlamento di Nicosia perché non è più una tassa, ma prevede solo la ristrutturazione e risoluzione di banche, come da legge già passata venerdì”. Un cavillo legale come tanti, a riprova che nulla di quel che sta avvenendo è “ordinaria amministrazione”.
”L’accordo raggiunto stasera mette fine alle incertezze su Cipro e sulla zona euro”, ha detto il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spiegando che ”l’intesa evita la tassa e ristruttura profondamente il settore bancario di Cipro”. Lo stesso Dijsselbloem, tra gli ultimi atti della sua gestione del ministero delle finanze olandese, aveva agito in modo molto simile nel caso del fallimento della banca privata Sns, stracciando le obbligazioni emesse dall’atittuo di crediti senza allcun risarcimento per gli investitori.
”Il programma contiene un approccio deciso per affrontare gli squilibri del settore finanziario. Ci sarà un’appropriata riduzione, con il settore bancario che raggiungerà la media europea nel 2018. Inoltre, Cipro s’impegna ad un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazionì’, ha aggiunto Dijsselbloem. Le misure previste dall’accordo si limiteranno solo alle due banche maggiormente problematiche, cioè Laiki e Bank of Cyprus. Tutte le altre non dovrebbero toccate.
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