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La Bce scopre la disoccupazione e dà consigli per aumentarla

Un branco di matti alla guida di un treno diretto contro il muro. La Bce, nel suo ultimo bollettino mensile, “scopre” che negli ultimi tre mesi del 2012 la disoccupazione nell’area euro ha raggiunto livelli senza precedenti e peggiorerà nel primo trimestre di quest’anno.

Il Fmi, da parte sua, ha definito “intollerabile” la presenza di 200 milioni di disoccupati. Cavolo! Che siano realmente preoccupati per il benessere della gente (o almeno del sistema)? Vediamo.

Secondo varie stime, spiega istituto di Francoforte, “sia il tasso di disoccupazione strutturale sia l’unemployment gap sono aumentati sensibilmente negli ultimi anni. I dati delle indagini segnalano un ulteriore calo dei posti di lavoro nel primo trimestre del 2013″.

Bene. Come si affronta una situazione del genere, in cui il lavoro diminuisce e la disoccupazione aumenta?

“E’ fondamentale che i Governi dell’area dell’euro intensifichino l’attuazione delle riforme strutturali a livello nazionale – spiega la BCE – e rafforzino la governance dell’area dell’euro, ivi compresa la realizzazione dell’unione bancaria”.

Di quali “riforme” si parla?

Gli Stati membri dell’eurozona “dovrebbero moltiplicare gli sforzi per ridurre i disavanzi pubblici e proseguire le riforme strutturali; in tal modo la sostenibilità dei conti e la crescita economica si rafforzeranno reciprocamente”. Le strategie di bilancio, aggiunge la banca centrale, “devono essere integrate da riforme strutturali favorevoli alla crescita che siano ambiziose e di ampio respiro e interessino i mercati dei beni e servizi, compresi i servizi su rete, i mercati del lavoro e la modernizzazione della pubblica amministrazione”.

In pratica quelle applicate fin qui, che hanno depresso l’occupazione, congelato i salari, fatto arretrare i consumi e quindi hanno generato calo della domanda di beni e servizi, costringendo molte imprese a chiudere o ridurre l’occupazione, abbassare i salari, delocalizzare, ecc.

Che si possa guarire una malattia qualsiasi praticando un salasso, è un’idiozia che si pensava fino al ‘700, quando la scienza era ancora virtù di pochi. Ma nemmeno allora c’è chi consigliava di curare la fame riducendo il cibo. Ora sì.

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