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Spending Review. Pieni poteri per “l’uomo del Fmi”

Il Ministero dell’Economia e Finanze ha reso noto che il commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli ”come primo passo redigerà il piano operativo che dev’essere presentato in Parlamento entro il 13 novembre”. Carlo Cottarelli, ex dirigente del FMI che Letta ha voluto come commissario straordinario per i tagli della spending review, dovrà tagliare la spesa pubblica di almeno dieci miliardi. Cottarelli dal novembre 2008 è stato il direttore del dipartimento per gli Affari fiscali e di bilancio del Fondo monetario internazionale. Ma “l’uomo del Fmi” di fatto sarà una sorta di plenipotenziario. Secondo, Lettera 43, un sito solitamente ben informato su queste vicende, per convincere Cottarelli a rientrare in Italia, lasciando una carriera promettente a Washington, Saccomanni avrebbe chiesto certezze sul suo eventuale mandato che dovrà essere “permanente”. Dunque l’assalto e i tagli alle spese sociali non avranno un carattere congiunturale ma strutturale, permamente nel tempo. Un cambio di paradigma insomma.

Nell’anno 2013, le spese statali risultano essere di 807 miliardi, mentre per il 2014 sarebbero destinate a salire a 812 ed a 854 miliardi nel 2017. Di queste, la spesa per gli interessi da pagare sul debito – salito al 133% del Pil – è stata di 83 miliardi solo per il 2013. Previdenza sociale e sanità assorbono rispettivamente 255 e 111 miliardi.  Cottarelli, sta approntando il suo piano operativo e il 13 novembre è prevista la sua audizione alla Camera e al Senato per sentire quali saranno i tagli alla spesa sociale messi nel mirino. La legge di Stabilità si pone l’obiettivo entro il 2017 di ridurre la spesa di 10 miliardi, pena il taglio degli sconti fiscali alle famiglie. Ma i tagli previsti dalla spending review e dalla mannaia di Cottarelli potrebbero affiancare e aggiungersi a quelli già indicati dalla Legge di Stabilità. Un massacro sociale, praticamente.

 

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