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Rehn (Ue) minaccia l’Italia: “Più tagli e privatizzazioni”

Per capire un progetto, spesso non si può fare altro che mettere in fila i fatti, e anche qualche giudizio. Così, mentre stiamo ancora cercando di misurare quanto dolorosi saranno i tagli alla spesa pubblica e le nuove tasse per il 2014, dall’Unione Europea arriva il solito grido degli “animal spirits” capitalistici: “non basta”.

A farsi interprete del peggiore istinto feroce è Olli Rehn, commissario all’economia, finlandese, esponente degli ultrà “rigoristi” di obbedienza Bundesbank.

“Recepisce” le buone intenzioni del governo Letta, ma non nasconde il suo scetticismo per le misure decise nella “legge di stabilità”. Bisogna dire che queste ultime, anche agli occhi di chi le critica senza mezzi termini, come noi, appaiono soprattutto caotiche, messe insieme in modo spesso casuale, abborracciato contraddittorio. Tra ripensamenti continui, prima per tener buoni i berlusconiani “cattivi, poi quelli “buoni”, poi ancora per riportare un po’ d’ordine in una matassa senza capo né coda. Ma dominata da una serie di tagli sempre “lineari”, anche se ormai aplicati su una materia che poco può dare.

Rehn ha dato un’intervista a Repubblica, giornale in debito d’ossigeno e scisso tra la necessità di sostenre Letta e Napolitano, ma anche di “spingere” la corsa di Renzi.
«Ho il preciso dovere di restare scettico», ha confessato Rehn. «In particolare per quanto riguarda i proventi delle privatizzazioni e i loro effetti sul bilancio del 2014».
Le perplessità, a esser buoni, riguardano soprattutto il fronte del debito pubblico. «L’Italia è in linea con il criterio del 3%, ma deve rispettare un certo ritmo di riduzione del debito e non lo sta rispettando. Per farlo, lo sforzo dovrebbe essere pari a mezzo punto del Prodotto interno lordo, invece è solo dello 0,1%». Insomma: lo sforzo dei tagli dovrebbe essere quattro volte più ampio. E’ solo un assaggio di quello che dovrebbe avvenire dìnei prossimi anni, e per 20 anni di seguito, quando entrerà in vigore il Fiscal Comapct.
«Le privatizzazioni daranno un piccolo contributo a migliorare l’efficienza del sistema economico e forse a ridurre il debito già dal 2014, ma la spending review è molto importante e lo sarà ancor di più se riuscirà a mettere in pratica tagli di spesa che abbiano effetto il prossimo anno».
Dopo le bastonate, arriva sempre lo zuccherino, condito con indicazioni precise. L’Italia «ha grandi potenzialità di crescita», specie se «davvero riuscisse a riformare il proprio sistema economico e giudiziario».
«Il vostro Paese», ha concluso «ha un problema di competitività, che non può essere risolto trascurando il consolidamento dei conti pubblici». E quindi ve lo terrete, aggravato dalla recessione conseguente ai tagli che vi stiamo imponendo. Un “grande successo”…

 

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