Menu

Bundesbank compra i titoli di stato invenduti

Cosa vuol dire avere una “statura” superiore alla media… Economicamente parlando, almeno.

Riferiscono le agenzie di stampa che

“Flop per l’asta dei titoli di stato tedeschi. Il 21 maggio toccava al nuovo Bund decennale, cedola 1,5%, scadenza maggio 2024. La Germania ha raccolto tra gli investitori solo 3,772 miliardi di euro invece dei 5 miliardi programmati. Per coprire l’intero importo in emissione e’ intervenuta la Bundesbank che si è fatta carico di acquistare 1,228 miliardi non richiesti dagli investitori e portare dunque l’ammontare dell’emissione ai 5 miliardi programmati. Il nuovo Bund è stato assegnato con un rendimento lordo annuo dell’1,41% rispetto all’1,49% della precedente asta. Domanda degli investitori (al netto della Bundesbank) in calo e pari a 1,1 volte l’importo offerto rispetto all’1,3 della precedente asta. ”Il rendimento offerto, dopo il recente rally, era poco attraente, i rendimenti offerti sul debito pubblico italiano, spagnolo e portoghese sono assolutamente piu’ remunerativi”, commenta un dealer dell’obbligazionario.”

La Banca d’Italia – ormai da 30 anni, da tempi di Beniamino Andreatta e del “divorzio” imposto a forza tra ministero del Tesoro e via Nazionale – non lo può fare. E neppure la Bce. Se ci provasse sarebbero i tedeschi stessi a mettere il veto.

Dov’è il problema? Sta nel fatto che questo “doppio regime” tiene bassi comunque i rendimenti dei titoli di stato tedeschi (i Bund rispetto ai quali si calcola il famoso spread), ovvero i tassi di interesse che lo Stato tedesco deve pagare per finanziarsi facendosi prestare soldi dal “mercato”. Agli altri paesi è vietato e quindi i loro tassi di interesse possono salire a seconda del rendimento offerto. La Germania dunque non vede aumentare il proprio debito pubblico a causa degli interessi da pagare sul debito stesso (o in misura davvero minima), gli altri paesi sì. E di molto.

Tradotto: lo Stato tedesco si finanzia praticamente a gratis, mentre gli altri devono offrire rendimenti “attraenti” (=alti) per essere comprati nella misura desiderata. La differenza la fa Bundesbank, intervenendo per “coprire” la parte che “i mercati” non comprano.

Tradotto ancora: a essere “virtuosi” così son buoni tutti…

Ma non è detto che questa politica “differenziale” che impone a forza l'”austerità” agli altri partner continentali sia perseguibile ancora a lungo. Nella stessa giornata  Andreas Dombret, membro della Bundesbank, aveva lanciato un allarme, avvertendo che la stabilità finanziaria potrebbe trovarsi ora davanti a nuovi rischi, causa il contesto caratterizzato da politiche monetarie generose da parte delle banche centrali e la caccia ai rendimenti da parte degli investitori in un contesto di bassi tassi di interesse.

Tradotto: Federal Reserve e Banca del Giappone, ma anche la Banca d’Inghilterra e quelle dei paesi Brics, offrono di più e attirano quindi molti più capitali. I tedeschi, dunque, potrebbero presto vedersi puniti per la loro “taccagneria” nei confronti degli investitori. I quali per ora continuano a comprare Bund tedeschi – a in misura molto minore e , come si è visto, spesso insufficiente a coprire l’offerta – soltanto nella misura ritenuta necessaria a “garantirsi” da investimenti più rischiosi e redditizi.

“Intravediamo rischi, nonostante la calma sui mercati – ha aggiunto Dombret – I mercati immobiliari in alcuni paesi europei hanno raggiunto valutazioni piuttosto elevate, i prezzi dei corporate bond sembrano eccessivi. La bassa volatilità sta portando i partecipanti al mercato a credere che non hanno bisogno di avviare coperture sul rischio”. Insomma: si è creata una “bolla finanziaria” (a causa della fuga di molti capitali dai paesi “emergenti” e delle “iniezioni di liquidità” effettuate da Fed, Boj e BoE) che può esplodere in ogni momento.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *