Hanno proprio sbagliato a investire su un giovane attore che doveva essere più credibile di Berlusconi – è più ridanciano di Monti e Letta -nello “spargere ottimismo”. Il paese è allo stremo e la gente lo sa. Semplicemente perché deve fare i conti ogni giorno con le spese indispensabili (oltre alle tariffe, i mutui, gli affitti e le tasse) e commisurarle alle proprie sempre più scarse entrate.
Così l’indice più aleatorio e temuto tra quelli diramati dall’Istat decreta che il governo Renzi non è credibile. In pratica, non a chiacchiere.
Ad agosto 2014 l’indice del clima di fiducia dei consumatori (la cui base è il riferimento del 2005, fatto pari a 100) diminuisce a 101,9 da 104,4 del mese precedente. Il peggioramento interessa tutte le diverse componenti e segue le diminuzioni rilevate a giugno e luglio. Da sottolineare come in pratica si sia tornati ai livelli di “fiducia” di dieci anni fa. Il calo di tre punti in un solo mese vale più di cento sondaggi sul “gradimento” di un governo che promette crescita e realizza tagli al welfare, bassi salari, lavoro precario e disoccupazione.
Il peggioramento della fiducia deriva soprattutto dalla componente economica, che scende a 107,6 da 114,2, mentre quella riferita al quadro personale passa a 100,1 da 101,2. Traduciamo: se ognuno guarda solo a se stesso (alla propria famiglia) la situazione non è cambiata; ma se deve rispondere su come vede il futuro prossimo “del paese” la risposta è: nero.
E infatti anche gli indici riferiti al clima corrente e futuro diminuiscono, rispettivamente, a 101,5 da 104,0 e a 103,4 da 106,2.
Quanto alla disoccupazione si attendono aumenti: il saldo cresce, infatti, a 56 da 53. Come dire che sulla promessa di creazione di “900.000 posti di lavoro” (Renzi è un realista: ha fatto lo sconto sulle promesse di Berlusconi) la gente risponde con una pernacchia.
Le opinioni sull’opportunità attuale di risparmio (risposte alla domanda “lei riesce a risparmiare qualcosa?”) registrano una diminuzione (a 116 da 120 il saldo), mentre si rileva un lieve miglioramento delle possibilità future (a -45 da -46 il relativo saldo). Le valutazioni sull’opportunità di acquisto di beni durevoli risultano in netto peggioramento (a -90 da -79 il saldo). Attendiamoci quindi un ulteriore crollo negli acquisti di elettrodomestici, automobili, ecc.
A livello territoriale il clima di fiducia diminuisce in tutte le ripartizioni ad eccezione del Centro, in cui risulta stazionario.
Ma la vera novità è che la stessa cosa accade anche in Germania. L’indice elaborato dall’istituto tedesco Gfk, relativo a settembre, è sceso a 8,6 punti rispetto agli 8,9 di agosto. In Germania si tratta del primo calo da gennaio 2013, ed è anche il più consistente da oltre tre anni.
Il rapporto completo dell’Istat:
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