Ogni debito, si sa, richiede una “garanzia”. In modo che si possa accendere un’ipoteca a favore del creditore. Nel caso della Grecia, che dovrà ora sobbarcarsi di altri “aiuti” onerosi, questa garanzia è alquanto vaga, a meno che non si prenda in considerazione l’idea folle – avanzata per la prima volta dal governo di destra finlandese – di mettere all’incanto Partenone e isole. Insomma i tesori dell’antichità che ancora non sono stati rubati e trasferiti (basta andare a Berlino, al Pergamon Museum, per farsene un’idea) e le attrattive vacanziere su cui si regge l’attività turistica, una delle poche entrate sicure dell’economia ellenica.
L’idea era rimasta tale, probabimente perché i problemi giuridici e quelli sociali che ne nascerebbero sono inquantificabili. Comunque tali da rendere “l’affare” meno attraente di quanto immaginato in un primo momento.
Ma a qualcuno è venuto in mente di fare due conti e attribuire un valore almeno alle isole. E a chi poteva venire in testa? Alla Camera di Commercio di Monza e Brianza, che si è astenuta dal soppesare in miliardi l’Acropoli forse per mancanza di competenze archeologiche adeguate.
Una nota stampa diffusa ieri calcola che “se si potesse fare, si tratterebbe di quasi 40 miliardi di Euro, circa la metà del prestito triennale proveniente dall’Europa”. La stima dell’Ufficio Studi ha preso in considerazione “il valore del brand di alcune delle principali isole e arcipelaghi greci più noti e conosciuti al mondo; un valore che non riguarda il patrimonio tangibile ma è legato all’immagine, alla visibilità e alla reputazione a livello internazionale”. Se poi si dovesse misurare il patrimonio di ogni genere presente in ogni sito, allora il conto sarebbe di ben altra livello.
“Da solo il brand di Creta vale più di 17 miliardi di Euro, quello di Rodi con le isole del Dodecaneso arriva a 7 miliardi di Euro, mentre la reputazione economica dell’arcipelago delle Cicladi, tra Mikonos e Santorini, è stata stimata in 5 miliardi di Euro. Zacinto, Itaca e Corfù con le altre isole Ionie valgono 6,3 miliardi di Euro, a cui si aggiunge circa 1 miliardo di Euro apportato dal brand delle isole del Nord Egeo, tra Lesbo e Samo e Chio”. Vedete anche voi gli occhi girare a folle velocità, mentre il cervello dietro conta gli euro e i dollari ricavabili?
La nota finisce, come d’obbligo, con il prospetto indicante isole e relativo valore (del solo “brand”, per carità…).
Il brand delle isole greche (valori in Euro)
Creta |
17.349.000.000 |
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Rodi e Dodecaneso |
6.943.000.000 |
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Isole Ionie |
6.305.000.000 |
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Cicladi |
4.971.000.000 |
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Nord Egeo |
1.010.000.000 |
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TOTALE |
36.577.000.000 |
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Fonte: Stima dell’Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza a partire da Anholt Brand Index, su dati Eurostat e siti web ufficiali
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