La durissima competizione tra Boeing e Airbus sull’areospaziale, adesso dovrà fare conti con un altro competitore di notevoli dimensione. Russia e Cina hanno infatti deciso entrare in campo e fare concorrenza ai due big europeo e statunitense nella produzione e vendita di aerei per il traffico passeggeri. Con questo obiettivo nasce una nuova joint venture russo-cinese nel settore degli aerei “widebody”, quelli che possono portare tra i 250 e i 300 passeggeri, da sempre il terreno di aperta concorrenza tra Airbus e Boeing in lotta tra loro in una guerra senza esclusione di colpi e che richiede un’altissima preparazione e gestione di tecnologie
Vladimir Putin, nel corso del suo recente viaggio in Cina, ha dato il via libera ad una nuova società mista che si occuperà di progettare e assemblare in Cina aerei di medie dimensioni. La joint venture coinvolge due gruppi già attivi nel comparto: la “United Aircraft Corp.” (UAC), russa e la “Commercial Aircraft Corp. of China” (COMAC, costruttore tra l’altro di un aereo, il C919 di medio raggio). Le due società hanno già siglato l’intesa e ora si apprestano a unire gli sforzi per portare a compimento, entro il 2016, un primo piano di sviluppo per aerei commerciali. La costruzione potrebbe inziare entro il 2018. Solo il mercato cinese vale 840 miliardi di dollari da qui al 2030. Secondo altre fonti il piatto è ancora più ricco. China Southern Airlines Co., Air China Ltd. e altri carrier cinesi avranno bisogno di circa 6.330 nuovi aerei nei prossimi venti anni, per un valore di 950 miliardi di dollari, secondo Boeing, pari a circa il 17% del totale globale. Solo l’anno scorso, le compagnie aeree cinesi e le aziende di leasing di aerei della Cina hanno annunciato commesse per circa 780 aerei (con un valore stimato di 102 miliardi di dollari). Fino ad oggi il monopolio di Boeing e Airbus appariva consolidato, sia nell’ innovazione che come giro d’affari e clienti. Per il 2015 Airbus ha vinto la gara degli ordini, mentre Boeing si è aggiudicata quella dei velivoli effettivamente consegnati e dei profitti in bilancio.
Lo chief executive di Airbus, Fabrice Bergier ha spiegato bene in una intervista quale sia la posta in gioco nella competizione globale sui cieli. “Il calo dell’euro è estremamente importante per qualsiasi industria che esporta e noi esportiamo il 100%. Inoltre, abbiamo di fronte un concorrente, Boeing, che ha dei costi in dollari. È un effetto quasi immediato per le imprese più piccole, che non hanno in essere dei meccanismi di protezione contro la fluttuazione dei cambi. Noi ce li abbiamo e quindi siamo meno soggetti alle fluttuazioni in un senso o nell’altro. Ma, alla fine, possiamo dire che 10 centesimi di scarto tra l’euro e il dollaro sono un miliardo di euro in più o in meno per Airbus. Per cui, a lungo termine, la questione è effettivamente molto importante”.
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