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Milano/1. Trasferimento delle facoltà scientifiche a Expo; un regalo alla speculazione

Questo contributo cerca di mettere in collegamento alcune considerazioni generali fatte collettivamente dentro Eurostop, con un caso emblematico nel territorio milanese, portando elementi di dibattito anche in vista della campagna elettorale, ma in generale su ciò che avviene nella capitale economica del paese.

Da più di un anno ormai si discute della volontà da parte del Comune di Milano, della Regione con l’appoggio del Governo e dei maggiori organi accademici di trasferire le facoltà scientifiche dell’università statale dalla loro storica sede nel quartiere Città Studi, all’area di EXPO. Per sostenere il progetto, Renzi e Maroni sono riusciti a far saltar fuori 130 milioni di euro dal patto Governo-Regione Lombardia, la cui elargizione è vincolata allo spostamento.

Lo stesso Partito democratico, di concerto con la Lega, che sta imponendo tagli e austerità e l’implacabile smantellamento del welfare e di qualunque altro tipo di investimento per esempio nella sanità o nella formazione e ricerca2. Il trasferimento riguarderebbe circa 20.000 studenti e .000 lavoratori, molti dei quali vivono nel quartiere con le loro famiglie, ed è stato annunciato a seguito del mancato trasferimento a EXPO dell’EMA, Agenzia europea del farmaco (tema sul quale Eurostop Milano intende aprire un approfondimento prossimamente).

Lo scorso 29 gennaio si è tenuta nell’Aula magna dell’Università statale un’iniziativa di confronto fra i candidati rettori dell’ateneo meneghino. Non essendo ancora aperta la “campagna elettorale”, la scadenza del mandato dell’attuale rettore Vago è infatti prevista per il prossimo settembre 2018, erano presenti solo i professori che hanno già manifestato intenzione di candidarsi. L’attuale rettore è uno dei principali protagonisti di questa come di altre lugubri vicende3, e nel solco con il suo operato il futuro rettore dovrà necessariamente rapportarsi.

L’iniziativa di lunedì scorso si colloca invece in piena campagna elettorale per le politiche e le regionali, e non a caso: il dibattito era costruito e incentrato su uno dei temi fondamentali per il futuro della Statale di Milano, ma che ha una valenza molto più ampia e riguarda l’intera città. Gli stessi organizzatori ospiteranno un dibattito sugli stessi temi fra tutti i candidati alle elezioni regionali, che si terranno in Lombardia come in Lazio il prossimo 4 marzo.

Andiamo con ordine: nel 2015 a Milano viene ospitata con grande fragore il maxi-evento spot EXPO, il quale si è reso celebre per i ritardi nel completamento dei lavori, il non aver raggiunto gli obiettivi prefissati in quanto a numero di visitatori; per l’utilizzo di mano d’opera non pagata, le indagini sulle infiltrazioni mafiose, turbativa d’asta, falso, a carico di vari dirigenti, imprenditori e membri delle istituzioni. Alcune di queste indagini vedono lo stesso sindaco Sala come indagato4.

Il tutto in un’area già fortemente colpita dal punto di vista ambientale, per la presenza di stabilimenti considerati ad alto rischio di incidente5. Un’enorme superficie(si parla di 1 milione di metri quadrati) messa al bando per il post-EXPO già nel 2014, ma che ha visto l’asta andare “deserta” da parte dei soggetti privati a cui era rivolta6, costata al comune e alla Regione 150 milioni di euro.

Come previsto dalle realtà sociali, politiche e dai comitati milanesi che si erano opposte alla realizzazione di EXPO, l’area si trova ora inutilizzata. Ed ecco che si crea rapidamente una convergenza trasversale che va dal rettore Vago, i cui rapporti con Maroni sono noti7, fino all’attuale sindaco Sala e all’interessamento diretto del governo Renzi: si parla di trasferire le facoltà scientifiche e due presidi ospedalieri (Istituto Tumori e Besta) dal quartiere Città Studi all’area EXPO, nella periferia nord-ovest nella zona di Rho, con la sua completa ristrutturazione. A supportare l’ipotesi arrivano 130 milioni di euro dal patto governo-regioni, che coprirebbero un terzo degli investimenti necessari alla costruzione del nuovo campus. Il resto va reperito, chi l’avrebbe detto, dalla vendita delle infrastrutture e dei terreni dove attualmente si trovano i dipartimenti, attualmente proprietà dell’Università statale, e da investimenti privati.

Fin da subito le università del Politecnico e di Bicocca si dichiarano interessate a investire nell’area lasciata vuota dall’Università statale, il che fa pensare che forse l’attuale sede non è poi così mal messa. Insieme alle facoltà scientifiche invece, nell’enorme area di EXPO si stabilirà il progetto Human Technopole, un centro di ricerca avanzato in cui la parte del leone la farà l’Istituto italiano di tecnologia (IIT), finanziato con soldi pubblici ma a gestione privata(!), che già aveva suscitato polemiche soprattutto da parte di esponenti del CNR e dell’AIRI all’atto della sua fondazione8. Parte del progetto saranno anche, ciliegina sulla torta, grandi multinazionali del farmaco.

Ci sono sufficienti elementi per dire apertamente che si tratti di una grande operazione speculativa, utile a coprire il buco nei bilanci lasciato da EXPO, aprendo un enorme cantiere con relativi appalti per la costruzione del nuovo campus, accollando rischi e costi all’Università pubblica. Di più, un vero e proprio party per i privati, dal “basso cabotaggio” dei nostrani speculatori immobiliari, che si acaparreranno anche Città studi a ridosso del centro di Milano, alle fondazioni private, fino alle grandi multinazionali. Un’orgia dei peggiori interessi, concentrati in un unico luogo.

Elementi messi in evidenza in diversi e numerosi comunicati, dibattiti e manifestazioni pubbliche promosse negli scorsi mesi dai diversi comitati cittadini, rappresentanti dei lavoratori dell’università e collettivi studenteschi che si stanno spendendo nella battaglia contro il trasferimento.

Fin qui la cronaca. Occorre però fare alcune altre considerazioni sulla vicenda, in quanto si inserisce dentro un panorama generale che riguarda l’idea di sviluppo e di integrazione internazionale del nostro paese e della città. E’ un processo che investe le grandi aree metropolitane, così come la ristrutturazione del sistema universitario italiano, del mondo del lavoro, del welfare, portata avanti dai vari governi nazionali e regionali con la pressochè totale unanimità da parte delle principali forze politiche.

Chi più si è speso in questa direzione è certamente il Partito democratico, con il consenso più o meno attivo di Forza Italia e della Lega Nord, forza quest’ultima che si presenta alternativa ma perfettamente inserita nell’establishment come dimostra il caso del referendum lombardo per l’autonomia dello scorso 22 ottobre: promosso da Maroni e appoggiato dai più importanti sindaci del PD. Il Movimento 5 stelle nella propria ambiguità non è estraneo a questa dinamica e a dimostrarlo sta il fatto che il gruppo consiliare M5S ha proposto di effettuare un referendum simile nella vicina Emilia-Romagna9, così come più recentemente le dichiarazioni di Di Maio.(fine prima puntata, segue)

 

 

1 Candidato di Potere al popolo nel collegio uninominale 2 di Milano (Loreto-Pasteur, città Studi, Viale Umbria, Porta Romana)

2 https://chenesaradicittastudi.wordpress.com/2017/05/15/perche-ce-lo-chiede-leuropa/

3 Intervento della polizia in università, tentativo di imporre il numero chiuso alle facoltà umanistiche, e così via.

4 https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/06/23/expo-il-sindaco-sala-indagato

lhttp://espresso.repubblica.it/inchieste/2017/06/23/news/inchiesta-expo-ecco-perche-sala-e-sotto-accusa-1.303836

http://milano.repubblica.it/cronaca/2016/07/06/news/le_mani_di_cosa_nostra_sugli_appalti_alla_fiera_di_milano_11_arresti_e_confische_milionarie-143507034/

5 http://www.affaritaliani.it/milano/citta-studi-in-arexpo-m5s-area-a-rischio-di-incidente-rilevante-514778.htm

6 https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/11/15/expo-deserto-bando-per-acqu…

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