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I pedaggi autostradali aumenteranno anche nel 2019, nonostante il crollo del ponte di Genova

Altro che nazionalizzazione delle autostrade in mano ai privati. Nonostante l’indignazione e il verminaio di interessi scoperto dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, la società Autostrade per l’Italia otterrà l’aumento annuale richiesto delle tariffe autostradali. Più basso di quello ottenuto per il 2018 (era stato dell’1,51 per cento), ma comunque quasi pari alle richieste avanzate dai concessionari privati al ministero dei Trasporti: 0,81 per cento a fronte dello 0,86 domandato. A rivelarlo è il Fatto Quotidiano.

L’aumento dei pedaggi autostradali nel 2018 in Italia era già stato in media di oltre il 4% rispetto all’anno precedente. Gli aumenti dei pedaggi non sono omogenei sul territorio nazionale, le differenze dipendono dai concessionari cui il tratto autostradale in questione è affidato. Il pedaggio autostradale aumentato di più nel 2018 è stato quello del tratto Aosta ovest-Morgex, gestito dalla società Rav che aveva visto un incremento record 52,69%.

Recentemente i sindaci dell’Abruzzo avevano manifestato sotto i palazzi istituzionali a Roma proprio per protestare contro il caro-tariffe dell’autostrada che collega Roma ai capoluoghi abruzzesi, e per scongiurarne di nuovi. Ma, a quanto pare, non sono stati ascoltati ed ancora una volta hanno prevalso gli interessi dei concessionari privati, da Benetton a Toto.

Il ministero delle Infrastrutture si è affrettato a precisare che nulla è stato deciso: “Oggi qualche organo di stampa scrive di aumenti tariffari spropositati sulle autostrade per il 2019, citando documenti che in realtà rappresentano solo il momento di avvio dell’istruttoria sulla materia, documenti ricognitivi che non pregiudicano le successive azioni dell’amministrazione – spiega in una nota il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti -. «In realtà, si sta lavorando per arrivare a una sterilizzazione più ampia possibile della dinamica dei pedaggi, soprattutto in relazione a concessioni che sono sottoposte a procedure amministrative o con Pef scaduti, in attesa che entrino pienamente in vigore il nuovo assetto normativo e le prerogative rafforzate dell’Autorità di regolazione dei trasporti circa la dinamica delle tariffe”.

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