Il crimine rende, a quanto pare. Specie se i criminali godono dei favori del governo.
E’ l’unica constatazione possibile davanti ai risultati dei controlli promossi dall’Ispettorato nazionale del lavoro, la scorsa settimana, in decine di aziende del Nord Italia, nell’area tra Prato e Milano.
Il 100% delle aziende è risultato irregolare.
A dirlo è il magistrato Bruno Giordano, attuale direttore dell’Ispettorato, riferendo che il fenomeno è «particolarmente diffuso nelle piccole e medie imprese che rappresentano quasi il 90% del tessuto produttivo italiano».
Contrariamente alla vulgata mediatica, le irregolarità e il lavoro nero si registrano «nelle zone a più alta attività del Centro e del Nord e non nelle aree depresse del Sud». Anche il caporalato sui lavoratori immigrati è praticato ampiamente nelle aziende settentrionali.
Ma non c’è da fare molte differenze tra le diverse aree geografiche: «Su scala nazionale, nel 2020, il 79,3% delle aziende ispezionate dall’Ispettorato del lavoro aveva presentato delle irregolarità».
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