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Una famiglia su cinque salta la rata del mutuo. La politica della Bce fa danni

Una famiglia su cinque ha dovuto saltare il pagamento di almeno una rata del mutuo: è quanto emerge dal rapporto realizzato dal Censis su commissione della Confcooperative, dal titolo “L’Italia fa i conti con i tassi d’interesse”.

Occorre ricordare – si legge nel rapporto – che in Italia, su un totale di 25 milioni e 600 mila famiglie, 18,2 milioni sono proprietarie dell’abitazione in cui vivono (il 70,8%, dati al 2021). Di queste, al momento, 3,3 milioni di famiglie (il 12,8% sul totale) sono impegnate con un mutuo da pagare e, all’interno di questa componente, circa 700 mila hanno già mostrato difficoltà, ritardando il pagamento di almeno una rata mensile“.

L’aumento dei tassi di interesse – dal 2,21% di giugno 2022 al 4,25% di giugno di quest’anno – sta avendo conseguenze anche sui comportamenti di spesa delle famiglie.

A confermarlo è anche l’andamento del mercato immobiliare italiano, con una riduzione del 17,1% delle compravendite di case tra privati e del 2,5% delle compravendite delle seconde case. Da qui, il crollo del 10,1% delle richieste di mutui per l’acquisto di abitazioni e del 9,6% nel caso in cui i mutui richiesti siano compresi fra i 50.000 e i 150.000 euro.

La Bce sta provando a contrastare l’inflazione e a difendere l’euro dalla svalutazione rispetto al dollaro attraverso l’aumento dei tassi di interesse. Questa politica monetaria, però, rappresenta una tassa sul macinato per famiglie e imprese.

L’impennata dei tassi di interesse e l’inflazione hanno bruciato, infatti, 693 miliardi di ricchezza finanziaria delle famiglie. E lo scorso anno il potere d’acquisto delle famiglie si è ridotto di 100 miliardi di euro: almeno 3.800 euro a famiglia su base annua“, afferma Maurizio Gardini, presidente Confcooperative presentando il rapporto elaborato dal Censis.

Nei giorni scorsi avevamo documentato come la politica della Bce sugli alti tassi di interesse sta provocando anche il collasso dell’accesso al credito per molte imprese.

A marzo di quest’anno, rispetto a marzo dello scorso anno, i prestiti alle imprese del settore manifatturiero si sono ridottidell’1,5% e nelle costruzioni dell’1,3%.

Più ampia è la differenza che separa l’accesso al credito delle piccole imprese da quello delle imprese medio-grandi: per queste ultime la riduzione nel periodo è stato di sei decimi di punto, mentre per le prime ha raggiunto il 4,4%.

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