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L’Argentina paga in yuan la rata del debito con il Fmi

Non è un colpo da maestri, ma quasi. Il ministro dell’Economia argentino, Sergio Massa, ha reso noto in un messaggio trasmesso attraverso i canali social che il pagamento della rata del debito con il Fmi che scadeva ieri è stata completato in yuan, grazie alla proroga dell’accordo di currency swap con la Cina.

Voglio tranquillizzarvi, l’Argentina non utilizzerà un solo dollaro delle sue riserve per pagare la scadenza di oggi”, ha detto ieri Massa.

L’accordo di currency swap consente ai due Paesi di usare le rispettive monete per gli scambi commerciali bilaterali.

“Venerdì, sulla base di un accordo con la Banca latinoamericana di sviluppo (Caf), è stato approvato un esborso di un miliardo di dollari. Oggi la Banca popolare cinese e il governo cinese hanno deciso di ampliare l’utilizzo della seconda tranche dell’accordo che l’Argentina ha con il governo cinese, permettendoci un pagamento di altri 1,7 miliardi di dollari”, ha detto Massa.

Il ministro ha aggiunto che in questo modo si salvaguardano le riserve della Banca centrale argentina (Bcra) “in un anno in cui al problema rappresentato dall’eredità del debito con Fmi si è aggiunta la peggiore siccità nella storia”, costata più di 20 miliardi di dollari alle esportazioni argentine.

L’Argentina ha annunciato che questo lunedì pagherà una scadenza di 2,7 miliardi di dollari al FMI con yuan provenienti da uno swap con la Cina e da un prestito-ponte della CAF, in attesa dell’approvazione di un esborso di 7,5 miliardi di dollari da parte dell’organizzazione.

Il pagamento di lunedì sarà annullato con 1 miliardo di dollari provenienti da un prestito ponte della CAF (Corporazione Andina di Sviluppo) e il resto dalla seconda tranche di uno swap (cambio di valuta) in vigore con la Cina, ha detto il ministro.

Lo scorso giugno, l’Argentina ha rinnovato un accordo di swap con la Cina per 130 miliardi di yuan (circa 19 miliardi di dollari), per una durata di tre anni e con un’estensione degli importi di libera disponibilità fino all’equivalente di 10 miliardi di dollari.

Questo accordo, firmato nel 2009 e rinnovato da diversi governi, viene utilizzato per pagare le importazioni dalla Cina. A giugno è stato utilizzato anche per far fronte alle scadenze verso il FMI, annullate con quella valuta e con i DSP (Diritti Speciali di Prelievo, le riserve che i Paesi detengono nel FMI).

Le riserve internazionali dell’Argentina comprendono, oltre ai dollari, una parte in oro e anche altri strumenti come lo yuan proveniente dallo swap con la Cina. È la seconda volta che il Paese utilizza lo yuan per pagare il FMI.

Il Fondo Monetario Internazionale ha concordato venerdì con il governo argentino la quinta e sesta revisione dell’accordo per 44 miliardi di dollari che il Paese ha preso nel 2018, che consentirà il nuovo esborso, ma solo nella seconda metà di agosto, dopo essere stato sottoposto all’approvazione del consiglio di amministrazione dell’organismo internazionale.

La scadenza della rata in pagamento con il Fmi verrà cancellata con 1 miliardo di dollari da un prestito ponte della CAF (Corporazione Andina di Sviluppo) e il resto dalla seconda tranche di uno swap (cambio di valuta) in vigore con la Cina, ha detto il ministro.

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