Traduciamo questo articolo apparso il 16 agosto su 学习时报 Study Times, il giornale ufficiale della Scuola Centrale del Partito Comunista Cinese.
Mentre i dati sul rallentamento economico cinese facevano discutere tutto il mondo, sono state lanciate varie proposte per gestire l’annoso problema dei consumi interni, in crescita da decenni ma comunque molto squilibrati rispetto alla crescita degli investimenti.
Come segnala la newsletter Pekingnology che ha tradotto l’articolo per primo in inglese, la firma dell’articolo è di Chen Long, che risulta essere ricercatore della Chinese Academy of Financial Sciences, ma anche un nome maschile talmente comune da poter essere considerato un nom de plume usato per porre il punto di quello che l’apparato statale pensa sul dibattito attorno allo stimolo dei consumi.
Aldilà di considerare popolari o impopolari i giudizi di Chen Long, di considerarli giusti o sbagliati, ne pubblichiamo la traduzione per dare un mezzo per capire quale sia il tipo di dibattito interno alla Cina in questo momento e per quali motivi le autorità di Beijing non stiano attuando determinati “suggerimenti” che arrivano dall’estero.
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Svelare otto idee sbagliate sull’espansione della domanda interna
Nella prima metà del 2023, la performance economica cinese generale è stata positiva, l’innovazione ha continuato a guadagnare forza. Rimangono in ogni caso sfide e pressione sul raggiungimento dello sviluppo di alta qualità a causa di complessi fattori domestici e internazionali. La contraddizione principale dell’attuali meccanismo macroeconomico cinese è l’insufficiente domanda interna.
Il 24 luglio, la riunione dell’Ufficio Politico del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese ha sottolineato la necessità di “espandere attivamente la domanda interna e aumentare il ruolo fondamentale dei consumi nella crescita economica.
Aumentando i redditi personali per espandere i consumi, stimolando l’offerta effettiva attraverso la domanda dei consumatori, l’attuazione delle strategie di espansione della domanda interna dovrà essere organicamente integrata con l’approfondimento delle riforme strutturali supply-side.” Per migliorare ulteriormente gli effetti dell’espansione della domanda interna e per promuovere la crescita economica sia quantitativa sia qualitativa, è imperativo discutere otto idee sbagliate e ottimizzare l’approccio e le misure per espandere la domanda interna.
Le idee sbagliate di affidarsi solo a modelli di sviluppi trainati dagli investimenti o dai consumi
Per molto tempo il dibattito accademico si è concentrato sulla contrapposizione tra modelli di sviluppo “trainato dagli investimenti” o “trainato dai consumi”, in particolare negli ultimi anni qualcuno si è espresso per un modello di sviluppo guidato principalmente dai consumi. La base teorica di queste visioni è la teoria della crescita “a tre motori”, secondo cui gli investimenti, i consumi e import/export con l’estero sono i tre maggiori fattori di crescita economica.
Ma questi sono solo tre componenti del PIL misurato attraverso “l’approccio alla spesa”. Il loro ruolo è differente in termini di crescita economica e non portano necessariamente alla crescita economica.
Il Comitato Centrale del PCC ha chiaramente indicato la necessità di “concentrarsi sull’espansione della domanda interna e usare al massimo il ruolo fondamentale dei consumi e il ruolo critico degli investimenti.”
I consumi giocano un ruolo fondamentale nella crescita economica, influenzando direttamente la qualità della circolazione economica. Gli investimenti non formano solo domanda a breve termine, ma sono anche la reale forza motrice dietro la crescita, sono le fondamenta per l’avanzamento tecnologico e il miglioramento della struttura industriale, determinano il tasso, la qualità e il livello di offerta della crescita economica e, di contro, i redditi delle persone e la capacità di acquisto.
È quindi necessario abbandonare l’idea sbagliata di basarsi solo su “modelli di sviluppo guidato dagli investimenti o dai consumi”. La loro relazione deve essere vista dalla prospettiva del flusso circolare e non in isolamento.
La crescita della capacità di spesa delle persone e l’espansione della domanda dei consumatori sono, per una determinata quota, dipendenti dalla crescita degli investimenti e sono prodotto di questi investimenti. Sulla base delle condizioni macroeconomiche, in particolare i cambiamenti nella domanda aggregata, un pacchetto di misure dettagliate dovrà essere attuato per promuovere sia gli investimenti sia i consumi.
Solo integrando efficacemente i due si potrà realizzare la strategia di espandere la domanda interna.
Le idee sbagliate di “sovra investimento e sotto consumo”
La combinazione di investimenti eccessivi con bassi consumi è spesso percepita con un segno significativo dello sbilanciamento strutturale dell’economica cinese. Secondo questa linea di pensiero, sottovalutare o ridurre gli investimenti potrebbe portare a un grosso impatto negativo sullo sviluppo socio economico cinese, impedendo vari obiettivi di sviluppo.
L’alta quota di investimenti in Cina è determinata dal suo stadio di sviluppo, dai suoi compiti di sviluppo e dall’alto tasso di risparmio personale. La crescita rapida degli investimenti è stato un fattore cruciale dietro al rapido sviluppo economico cinese nei decenni precedenti, come evidenziato dal tasso di crescita annuale del 25,6% in investimenti fixed-asset tra il 2003 e il 2011.
Se il sovra investimento esiste o no, dipende dagli obiettivi e dai compiti di sviluppo, dalle condizioni delle risorse, dalle performance macroeconomiche, piuttosto che da un semplice paragone tra paesi.
C’è inoltre la questione della sottostima dei consumi e della sovra stima degli investimenti a causa delle disparità dei calibri statistici.
È vero che i consumi deboli, che sono diventati un fattore critico che colpisce la qualità e la vitalità del flusso circolare, sono un problema. Affrontarlo richiede sforzi per aumentare la capacità d’acquisto dei consumatori e la volontà di pagare, piuttosto che restringere gli investimenti.
Espandere gli investimenti è, essenzialmente, un prerequisito e il fondamento per aumentare la domanda dei consumi e migliorare i livelli di vita.
Nel 2022 il PIL pro capite della Cina era solo circa il 16,7% di quello americano. Sia che si parli di far avanzare lo sviluppo di alta qualità, di promuovere la trasformazione e il miglioramento industriale o di migliorare i livelli di vita delle per raggiungere la prosperità comune, bisogna sottolineare il ruolo critico degli investimenti, in particolare il ruolo guida degli investimenti governativi.
L’idea sbagliata della bassa efficacia degli investimenti
La “bassa efficacia degli investimenti” emerge frequentemente come un importante pericolo insito nella crescita economica cinese. Il tasso di incremental capital output (cioè, la relazione tra il livello di investimento e la conseguente crescita del PIL) mostra che l’output marginale per unità di capitale sta gradualmente declinando.
Questa tendenza corrisponde alla continua crescita del capitale cinese e si allinea agli andamenti dello sviluppo economico. In ogni caso, questo non implica necessariamente un problema di efficienza all’interno degli investimenti cinesi.
Secondo le misure, l’efficienza cinese è relativamente alta a confronti di quella di altre nazioni allo stesso stadio di sviluppo. Gli investimenti necessari per ogni unità di crescita del PIL non sono solo significativamente inferiori a quelli degli USA, del Giappone e dell’Europa occidentale, ma anche meno rispetto ad altre nazioni che sono a un simile stadio di sviluppo elettronico.
Per espandere la domanda interna ed assicurare una crescita continua, è vitale che si continui a raffinare il mix e l’approccio degli investimenti cinesi, ad aumentare gli investimenti in linea con le direzioni e le tendenze di sviluppo industriale e quindi migliorare l’effetto degli investimenti.
Nel contempo, è cruciale equilibrare il principio di “le case sono per vivere, non per speculare” mantenendo stabili gli investimenti immobiliari.
Negli ultimi anni la Cina si è mossa sul principio “le case sono per vivere, non per speculare” ed ha marcatamente ridotto la dipendenza sull’immobiliare, un traguardo raggiunto con fatica. Sul medio-lungo termine, il mercato immobiliare mantiene il potenziale per uno sviluppo sano.
Nel futuro sarà essenziale mantenere una dimensione e un tasso di crescita degli investimenti immobiliare ragionevole, promuovendo attivamente gli investimenti per la ricostruzione dei quartieri poveri e le infrastrutture pubbliche “doppio uso per la normalità e le emergenze”.
(Le linee guide per le infrastrutture “doppio uso” sono state approvate per la costruzione di infrastrutture pubbliche sia per l’uso normale sia per quello di emergenza nelle megalopoli, come parte dello sforzo per sostenere l’economia e per far fronte alle future emergenze sanitarie).
Le idee sbagliate di “Sovracapacità infrastrutturale e spazio limitato”
Per smentire idee come “la sovracapacità infrastrutturale è uno spreco”, “promuovere le infrastrutture equivale a prendere la vecchia via incompatibile con lo sviluppo di alta qualità” e “spazio limitato”, è cruciale capire a fondo il ruolo degli investimenti infrastrutturali dalla prospettiva olistica dello sviluppo economico nazionale.
Gli investimenti infrastrutturali non interagiscono solo con l’espansione della domanda aggregata per stabilizzare le operazioni economiche, migliorano anche l’efficienza macroeconomica, migliorano le condizioni di vita delle persone e sostengono fortemente lo sviluppo ad alta qualità.
Nel complesso, non vi è alcun problema di sovracapacità infrastrutturale. Ci sono, anzi, aree che ostacolano l’efficienza dell’economia nazionale e il miglioramento degli standard di vita delle persone.
Lo stock di capitale infrastrutturale pro capite della Cina rappresenta solo il 20-30% di quello dei paesi sviluppati, e gli investimenti in strutture pubbliche per residente rurale sono solo circa un quinto di quelli per abitante urbano, indicando quindi un potenziale di investimento.
Aumentare gli sforzi negli investimenti infrastrutturali non è solo uno strumento temporaneo e a breve termine per la gestione della domanda, ma è una misura chiave che dovrebbe essere applicata durante tutta la realizzazione del Secondo Obiettivo del Centenario del PCC [trasformare la Cina in un grande paese socialista moderno sotto tutti gli aspetti].
Inoltre, la connotazione della costruzione di infrastrutture varia a seconda delle fasi, non c’è quindi bisogno di sottolineare eccessivamente la distinzione tra vecchio e nuovo.
Tuttavia, il contenuto delle infrastrutture necessita di adeguamenti tempestivi basati sulle esigenze di sviluppo e sugli stili di vita in evoluzione delle persone. Attualmente, la maggior parte dei nuovi progetti infrastrutturali ricade nella categoria degli investimenti industriali. È quindi essenziale bilanciare il rapporto di investimento tra progetti infrastrutturali tradizionali e nuovi.
L’idea sbagliata di “Gli investimenti pubblici spiazzano gli investimenti privati”
Nella teoria economica esiste il concetto di “effetto spiazzamento” che sostiene che l’aumento della spesa del settore pubblico riduce o addirittura elimina la spesa di quello privato. È tuttavia fondamentale riconoscere che questo concetto si basa su presupposti e condizioni specifiche ed è inoltre strettamente correlato agli orientamenti di investimento del governo e alle circostanze specifiche.
In Cina, l’obiettivo principale degli investimenti pubblici è lo sviluppo delle infrastrutture che genera notevoli esternalità positive. In assenza di impulso e volontà di investire da parte di privati, non si verifica alcun effetto di spiazzamento, ma si possono osservare effetti compensativi e indotti. (Gli ‘effetti indotti’ misurano il valore delle richieste economiche aggiuntive che le imprese o le istituzioni pongono alle industrie fornitrici della regione.)
Da una parte, questo compensa il divario di investimenti causato dall’insufficienza degli investimenti delle imprese private, affrontando aree come il benessere delle persone e la creazione di un ambiente favorevole per le imprese private, garantendo una domanda di investimenti ragionevole.
Dall’altra parte, aumenta indirettamente il tasso di rendimento degli investimenti per il capitale non pubblico, attirando più investimenti non pubblici e stimolando la domanda aggregata.
Naturalmente è fondamentale sostenere il ruolo decisivo del mercato nell’allocazione delle risorse. La direzione degli investimenti pubblici deve essere quella di fornire principalmente supporto fondamentale e strategico e guida per lo sviluppo economico e sociale, evitando i conflitti tra investimenti pubblici e interessi privati.
L’idea sbagliata di “Separare i consumi delle famiglie e quelli pubblici”
Quando si discute l’espansione della domanda dei consumatori, molti punti di vista si concentrano sui consumi familiari o individuali, che sono innegabilmente un aspetto significativo ma concentrarsi solo su questi potrebbe ostacolare l’obiettivo finale. L’economia è un sistema, i consumi non dovrebbero essere frammentati.
In generale, i consumi includono sia quelli delle famiglie sia quelli pubblici. I consumi pubblici includono non solo i servizi pubblici di base (come educazione, sanità, welfare) ma anche l’uso di proprietà statali tangibili, come le infrastrutture. Gli investimenti infrastrutturali preparano la via per futuri consumi pubblici che influenzano il potere d’acquisto e la volontà di consumare delle famiglie.
Quindi, per ampliare gli effetti dell’aumento dei consumi, dobbiamo fare di più per aumentare i consumi reali degli individui. È anche essenziale migliorare l’ambiente dei consumi, eliminare i colli di bottiglia dei consumi, aumentare la volontà e abilità dei residenti di consumare, aumentare i consumi delle famiglie accelerando lo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi pubblici.
L’idea sbagliata di “Dare soldi per aumentare i consumi”
Alcuni sostengono che la Cina dovrebbe dare direttamente soldi per stimolare la domanda dei consumatori, come fatto da altri paesi. Questo approccio potrebbe avere i suoi benefici, ma i costi sono esorbitanti, rendendolo insostenibile nel contesto cinese.
Lo schema dei consumi e dei risparmi, il livello di sviluppo in Cina differiscono significativamente da quelli dei paesi sviluppati come gli Stati Uniti. Per esempio, un sussidio diretto di 1000 yuan per persona richiederebbe circa 1,4 triliardi di Yuan, ma quale impatto pratico avrebbe questo nello stimolare i consumi?
Questa strategia non solo imporrebbe un grosso peso fiscale, ma avrebbe anche effetti limitati sulle abitudini di consumo, sullo schema dei consumi e sulla volontà di consumare.
In particolare, la pandemia ha accentuato i motivi per agire con precauzione e ha fatto crescere comportamenti di consumo più conservatori. Questo porterebbe inevitabilmente a un uso inefficiente di preziose risorse fiscali.
In effetti, l’attuazione nei paesi stranieri di questo metodo ha avuto problemi di costi alti, inefficienze e gravi sprechi. Per elevare davvero l’efficienza dell’uso delle risorse fiscali e incoraggiare la spesa in consumi, il focus dovrebbe essere il rafforzamento del sistema di welfare.
Fornendo aspettative stabili al pubblico e gestendo questioni fondamentali come la casa, la pensione, l’educazione e la sanità, si potrà meglio elevare la volontà e la possibilità delle famiglie di consumare.
L’idea sbagliata di “Nessun spazio per le politiche”
Recentemente, un sentimento prevalente suggerisce che a causa delle grandi pressioni fiscale e della necessità di espandere la domanda intera, non ci sia “nessuno spazio per le politiche”. Mentre la grande discrepanza tra le entrate e le spese pubbliche, e il debito dei governi locali, stanno sollevando preoccupazioni, rimane immutato il focus sul miglioramento dell’intensità e dell’efficacia delle politiche fiscali.
La Cina ha ancora lo spazio per le politiche per stimolare la domanda interna. Certamente alcune province della Cina hanno problemi strutturali col debito locale. In ogni caso, questi non sono ai primi posti tra contraddizioni e preoccupazioni economiche.
I rischi più significativi da cui la Cina deve guardarsi è l’assenza di crescita o la crescita bassa. In pratica, certi spazi per le politiche possono essere sbloccati ottimizzando le politiche fiscali e raggruppando le risorse, attuando pacchetti di misure dettagliate per risolvere il debito.
In teoria, si deve considerare la libertà fiscale dalla prospettiva a tutto tondo dello sviluppo economico nazionale.
Il punto cruciale dei deficit fiscali e del debito pubblico risiede nell’equilibrio tra crescita e rischio. Il fattore determinante del rischio da debito ruota attorno alla direzione e all’efficienza dell’utilizzo dei fondi di debito.
Finché il capitale di debito potrà contribuire alla ripresa economica o elevare il potenziale livello di crescita, non emergeranno rischi da debito significativi perché la base delle entrate sarà stata rafforzata.
Detto questo, è imperativo anche affrontare e mitigare i rischi di liquidità associati ai debiti locali in regioni specifiche.
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