Il Report statistico Povertà 2024, pubblicato dalla Caritas, registra un forte peggioramento della situazione italiana nel 2023. Dallo studio si evince che “la povertà oggi è ai massimi storici ed è da intendersi come fenomeno strutturale del Paese“.
Negli oltre tre mila centri di ascolto e servizi informatizzati sono arrivate quasi 270 mila persone, che corrispondono circa ad altrettanti nuclei familiari. Si tratta di un aumento del 5,4%, ma è guardando ai dati dal 2019 che la situazione mostra tutta la sua drammaticità: +40,7%.
Sempre nel rapporto leggiamo che “nel 2023 si abbassa la quota dei nuovi ascolti che passa dal 45,3% al 41,0%. Si rafforzano invece le povertà intermittenti e croniche che riguardano in particolare quei nuclei che oscillano tra il ‘dentro-fuori’ la condizione di bisogno o che permangono da lungo tempo in condizione di vulnerabilità: una persona su quattro è infatti accompagnata da 5 anni e più“.
L’età media di chi chiede aiuto è leggermente aumentata, da 46 anni nel 2022 a 47,2 nel 2023, a conferma che la precarietà si va ormai diffondendo al di là dei confini generazionali. Al solito, è stata registrata un’alta incidenza delle persone con figli, il 66,2%.
“In alcune Regioni l’incidenza dei genitori risulta ancor più elevata, ad esempio nel Lazio (91%), in Calabria (82,2%), Umbria (81,4%), Puglia (80,6%), Basilicata (79%) e Sardegna (75,3%). Se si guarda alle famiglie con minori, queste rappresentano il 55,9% del totale; in valore assoluto si tratta complessivamente di 150.861 nuclei, a cui corrispondono altrettanti o più bambini e ragazzi in stato di grave e severa povertà“.
Come osserva la Caritas stessa, questa povertà si può ripercuotere anche sulle opportunità di formazione e dunque sulle opportunità future di lavoro. Anche se ormai, in Italia, l’aver studiato non significa più automaticamente mobilità sociale, bassi gradi di istruzione peggiorano le prospettive.
“Tra gli assistiti Caritas prevalgono le persone con licenza media inferiore che pesano per il 44,3%; se a loro si aggiungono i possessori della sola licenza elementare (16,1%) e la quota di chi risulta senza alcun titolo di studio o analfabeta (6,9%) si comprende come oltre i due terzi dell’utenza siano sbilanciati su livelli di istruzione bassi o molto bassi (67,3%)“.
È preoccupante poi la situazione della povertà assoluta nei primi anni di età. “Sono proprio i bambini nella fascia 0-3 a registrare l’incidenza più alta di povertà assoluta pari al 14,7% (a fronte del 9,8% della popolazione complessiva). Praticamente oggi, più di un bambino su sette, nell’età 0-3 anni, è povero in termini assoluti, e con loro ovviamente i loro genitori“.
Infine, viene registrato anche che spesso il problema è anche quello di avere un tetto sulla testa. “Nel 2023 le persone senza dimora sostenute dalla rete delle Caritas diocesane e parrocchiali sono state 34.554, corrispondenti al 19,2% dell’utenza complessiva. Il valore risulta in crescita sia in termini assoluti che percentuali“.
Il quadro italiano peggiora di anno in anno. È il risultato di politiche coscienti da parte dei vari governi che si sono succeduti negli ultimi anni, politiche che continuano tuttora.
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avv.alessandro ballicu
faremo tutti questa fine secondo il piano criminale delle multinazionali di eliminare la piccola e media borghesia e trsformare tutti in proletari sottopagati che devono lavorare come api operaie davanti al computer mentre pochissimi plurimiliardari vivono nel lusso, vogliono eliminare il contante, privarci delle autovetture, eliminare l’agricoltura e la pastorizia e farci nutrire con scarafaggi, ogni tanto inventeranno altre armi batteriologiche che spacceranno per malattie e poi ci costringeranno a inoculare falsi vaccini che ci faranno morire di cancro e altre gravi patologie, speriamo che i Brics e l’alleanza della Russia coi Paesi Comunisti e Musulmani impediscano questo orrore