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Pericoli di guerra e recessione USA mandano in fibrillazione le Borse

Dopo un venerdì nero sui mercati, arriva un lunedì da dimenticare” scrive oggi Milano Finanza.

Forti vendite in Asia per timori di una recessione in atto negli Usa e di una Fed che ora sarà costretta a tagliare i tassi dello 0,5% a settembre. A questo si aggiungono e forti tensioni in Medio Oriente con l’attesa di un attacco dell’Iran in giornata su Israele.

Anche secondo Il Sole 24 Ore “prosegue il sentiment negativo sui mercati azionari europei, reduci da una settimana turbolenta, con lo spettro recessione negli Stati Uniti in agguato, che ha trascinato giù anche l’Asia, mentre sale l’allerta per l’escalation del conflitto in Medio Oriente”.

La situazione più pesante appare quella del Giappone (dove le borse hanno chiuso questa mattina). Qui si parla apertamente di panic sell (panico da vendite) e dell’azzeramento dei guadagni di borsa del 2024. E’ in corso un ribasso devastante dell’indice di borsa Nikkei, che registra la “seconda peggior performance dal 1987, anno del famigerato lunedí nero che scosse le borse mondiali”.

Il Nikkei annulla i guadagni visti da inizio anno in poche sedute, “il panic sell é ovvio e la fuga dal rischio é palese. Crollano anche i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi che si riportano dalla zona dell’1% allo 0,75%, quindi forti acquisti anche sui bond cosí come per il cambio dollaro-yen che si porta da area 146 a 142 nella notte. Guadagni da inizio anno azzerati per il Nikkei che con questo crollo segna una delle sue peggiori pagine storiche per ribassi giornalieri”, afferma un analista consultato da Milano Finanza. Il mercato sta “confermando che il deterioramento della situazione macroeconomica si sta palesando con estrema violenza sul mercato azionario”.

Ma cosa accadendo sui mercati? Secondo l’analista di Xtb David Pascucci, consultato da Milano Finanza, “il legame tra tasso di disoccupazione, mercati azionari, inflazione e tassi di interesse alti é assolutamente fondamentale e il recente rialzo del tasso di disoccupazione negli Usa apre la pista a quella che potrebbe essere una recessione, recessione confermata dal Sahm Indicator che si riporta sopra lo 0,5, livello che non si vedeva dal 2008 escludendo la distorsione del periodo pandemico”. Secondo l’analista “La narrativa strong & resilient di Powell (governatore della Fed statunitense, ndr) é alla fine crollata sotto i colpi spietati del mercato che non si fida piú delle parole ma dei fatti”.

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