Menu

Déjà vu: Giorgetti annuncia tasse sugli extraprofitti e la borsa crolla

All’evento Future of Finance Italy, organizzato da Bloomberg, il ministro dell’Economia Giorgetti ha ovviamente parlato del nodo centrale di questi mesi: la legge di bilancio. E nelle sue dichiarazioni ha reso chiaro che quest’anno la manovra “richiederà sacrifici da tutti“.

Lasciamo da parte il fatto che un’affermazione del genere fa sorgere il dubbio sul fatto che le precedenti siano state fatte solo a spese di una parte del paese (quella popolare). Il riferimento del politico della Lega era all’ipotesi tanto discussa di un’ulteriore tassazione dei profitti.

Siamo impegnati in un percorso particolarmente esigente di rientro” del deficit a cui tutti devono partecipare, ha specificato il ministro. Sembra incredibile, ma Giorgetti ha persino ritirato fuori il principio costituzionale per cui si è tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva.

Giorgetti ci ha tenuto a ribadire che non esistono gli extraprofitti, ma esistono dei surplus fatti nel particolare contesto economico degli ultimi mesi. Al di là della difesa ideologica della legittimità di ogni speculazione di mercato, il succo rimane, e palesa le storture di fondo di questo modello di sviluppo.

Il ministro ha spiegato che le tensioni internazionali e il conflitto in Medio Oriente sta facendo le fortune di “chi produce armi, beneficiando di una situazione di mercato favorevole“. L’industria della difesa dovrebbe dunque essere uno dei primi target dell’ulteriore contribuzione richiesta dal governo.

Bisgonerà vedere se una scelta del genere andrà bene a Crosetto, che al dicastero della Difesa, più che il politico, fa il lobbysta della filiera degli armamenti italiani. Ma per Giorgetti “andremo a tassare i giusti profitti, gli utili determinati in modo corretto e sono convinto che alla fine troveremo una soluzione equilibrata“.

Non sembra altrettanto d’accordo la borsa di Milano. Appena diffuse, le parole del ministro hanno provocato il ribasso del Ftse Mib dell’1,5%: una dinamica che sembra molto simile a quella che l’anno scorso seguì la medesima intenzione di aumentare il prelievo sugli extraprofitti bancari.

Col fiato della Commissione Europea sul collo, Giorgetti spera che questa volta gli imprenditori si mettano una mano sul cuore (e sul portafoglio) e contribuiscano alla tenuta delle casse del paese. Ma lo sappiamo bene, e lo sanno anche a Palazzo Chigi: il mercato governa, e lo fa senza cedere neanche un centesimo.

Staremo a vedere fin dove arriverà il confronto per la ricerca di questa “soluzione equilibrata“, ma la borsa ha già fatto capire che i margini non sono tanti. Invece, il governo prosegue senza tanto scalpore nella svendita delle partecipazioni pubbliche, con una nuova ondata di privatizzazioni.

Giorgetti ha infatti annunciato: “abbiamo già in cantiere alcune operazioni, sarà un autunno-inverno denso, ci sarà la tranche di Poste, poi ci sarà un’altra tranche di MPS“. Le cessioni delle partecipazioni nella banca senese portate a termine negli scorsi mesi avevano già fruttato oltre 1,5 miliardi di euro.

Si complimenta Bruxelles, che chiede da tempo allo stato di uscire dall’istituto. E allo stesso tempo, il paese rinuncia a un altro pezzetto di quegli strumenti con i quali si potrebbe davvero intavolare una politica economica seria e pianificata.

- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO

Ultima modifica: stampa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *