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Pisa: in marcia per la libertà del popolo curdo

“La marcia per il riconoscimento per la libertà e la pace del popolo kurdo” è stata organizzata nell’ambito della campagna per la richiesta di liberazione del leader kurdo Abdullah Öcalan (detenuto in un carcere turco dal 1999 e poi in condizione di totale isolamento da luglio dello scorso anno) e di tutti i prigionieri politici in Turchia perché, sostengono i kurdi, la libertà di Abdullah  Öcalan, essendo egli l’unico possibile interlocutore in un reale processo di pace, “rappresenterà una svolta per la democratizzazione della Turchia e per il processo di pace in Kurdistan”.  “È noto – spiegava la comunità kurda alla vigilia dell’iniziativa – che un processo di pace ha bisogno di personalità forti, che siano in grado di convincere le proprie comunità a perseguire una soluzione dei conflitti seguendo una via pacifica. Alcuni esempi sono Nelson Mandela, Gerry Adams, José Ramos-Horta ed Aung San Suu Kyi. Öcalan appartiene indubbiamente a questo tipo di persone. È merito suo se negli ultimi anni il movimento di liberazione curdo ha spostato l’attenzione da soluzioni di tipo militare a soluzioni di tipo politico”.

Così la scelta del giorno non è casuale: cade infatti  a ridosso del 9 ottobre, quando, come hanno ricordato gli organizzatori della marcia,nel 1998 Öcalan, a seguito di un complotto organizzato da Stati Uniti e Israele, fu costretto a venire in Europa in cerca di ospitalità, in un percorso che lo avrebbe portato invece l’anno seguente alla cattura da parte delle forze di polizia turche. 

Partita nella prima mattinata di Sabato da Ponsacco, la manifestazione ha percorso 24 Km attraversando i comuni di Pontedera, Cascina e Calcinaia, per poi raggiungere nel tardo pomeriggio la città di Pisa e incontrando, in ogni tappa, rappresentati delle giunte comunali, i quali hanno accolto con entusiasmo i manifestanti e hanno espresso piena solidarietà e adesione alla causa del popolo kurdo, ricordando la repressione che lo stesso vive quotidianamente soprattutto in territorio turco, ma anche in territorio siriano e iraniano.

La stessa solidarietà e un vivo interesse per quanto stava avvenendo è giunto anche dai cittadini dei comuni attraversati che hanno salutato benevolmente i manifestanti, chiedendo, quanti non ne fossero già al corrente, le motivazioni dell’avvenimento.

La marcia ha visto la partecipazione entusiasta di giovani kurdi presenti in Italia ai quali, lungo il percorso, si sono aggiunte intere famiglie, con bambini al seguito, residenti nel territorio; tutti testimoni di una repressione che, pur costringendoli a lasciare la propria terra, non riesce a spezzare il legame orgoglioso con la cultura d’appartenenza.

Tante le bandiere presenti: quelle con il volto di Ocalan ma anche quelle del KCK (unione delle comunità del Kurdistan), a ricordare il processo apertosi nel 2009 e tuttora in corso in Turchia contro migliaia di giornalisti, attivisti e amministratori locali.

Tanti gli striscioni. Sul camion che apriva la manifestazione era scritto “Siamo tutti PKK”, sottolineando la piena solidarietà al Partito dei Lavoratori del Kurdistan, che, sebbene sia considerato un’organizzazione terrorista dalla Turchia, così come dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea, rappresenta per il popolo kurdo un cammino di lotta per la difesa della propria esistenza.

Lungo il percorso diversi striscioni inneggiavano ad Ocalan, così come lo slogan più recitato è stato “Viva Ocalan, Pace in Kurdistan”.

Raggiunta la città di Pisa, la manifestazione si è conclusa nella piccola piazza adiacente al comune dove, nonostante la stanchezza, i manifestanti hanno cantato a gran voce l’inno del PKK e i ragazzi e le ragazze kurde hanno attirato con il ballo l’attenzione dei passanti.  

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