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Contro Lander ‘prove’ à le carte


Pochi giorni fa la Quarta Sezione Penale della Corte d’Appello di Roma ha deciso che Lander Fernandez Arrinda, cittadino basco arrestato a Roma lo scorso 13 giugno, debba rimanere agli arresti domiciliari.
Nella motivazione del rigetto della richiesta di revoca dei domiciliari di Lander, i giudici svelano l’incredibile farsa in atto. In un fax inviato in data 30 ottobre dal rappresentante dell’Ambasciata Spagnola a Roma, Manuel Garcia Castellon, all’Audiencia Nacional di Madrid , appare chiaro che contro Lander l’accusa non ha alcuna prova e che le informazioni inviate fino a quel momento da Madrid alle autorità italiane sono carenti e insufficienti a sostenere e sostanziare la richiesta di estradizione.Si fa inoltre presente che il reato contestato- il presunto incendio di un autobus senza passeggeri parcheggiato vicino a una fermata soppressa – è avvenuto nel 2002, configurando pertanto un’ avvenuta prescrizione sulla base dell’articolo 10 della Convenzione Europea sulle estradizioni.
Essendo destinata al fallimento la strategia persecutoria di Madrid nei confronti di uno dei tanti cittadini baschi perseguiti in patria e ora anche all’estero per motivazioni politiche più che giudiziarie, la magistratura italiana e quella spagnola sono corse ai ripari.
Introducendo nell’accusa nuovi elementi che dovrebbero dimostrare – ma senza alcuna prova – sia la «concreta appartenenza» di Lander all’organizzazione armata Eta, sia la pericolosità del fatto addebitatogli, che viene ora relazionato a presunte finalità di terrorismo, in quanto, scrive la Corte d’Appello riprendendo quando dettato da Madrid, “il predetto, con la distruzione dell’autobus, ha perseguito finalità di destare panico nella popolazione”.
E che, pur non essendo la tanica di benzina, suppostamente usata per incendiare l’autobus, un ordigno esplosivo, “nel solo fatto di detenere la materia infiammabile, ad attentare alla pubblica incolumità” si ravvisano forme di attentato terroristico.
Tutte ipotesi già smentite dalla documentazione prodotta in dieci anni di “inchieste” sull’episodio e sulla dinamica dell’episodio contestato a Lander, ma improvvisamente accluse alla nuova documentazione inviata per rimediare all’inconsistenza delle carte. In base a questi ragionamenti forzati la Corte d’Appello stabilisce, cercando di dettare anche la decisione finale sull’estradizione, che il presunto reato non può dichiararsi prescritto, non essendo nei casi di ‘terrorismo’ operativo l’articolo 10 della Convenzione Europea sulle estradizioni.
Il prossimo 8 gennaio è prevista l’udienza sull’estradizione verso Madrid di Lander Fernandez.
Alla luce di un impianto persecutorio di natura politica le realtà sociali, territoriali e politiche che in questi mesi hanno dato vita a una vasta e capillare campagna di solidarietà con il cittadino basco perseguitato e privato della propria libertà, fanno appello a moltiplicare le prese di posizione contro questo arbitrio e le pressioni nei confronti delle autorità politiche italiane – in particolare il Ministero della Giustizia – affinché il nostro paese difenda i diritti che la nostra Costituzione e i trattati internazionali garantiscono a Lander.

La rete di solidarietà “Un Caso Basco a Roma”

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