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Israele e Palestina. Nichi Vendola la fa fuori dal vaso

L’agenzia giornalistica Press Regione riporta testualmente: “In questi anni abbiamo costruito occasioni importanti di riappropriazione delle radici di ebraismo che sono dentro la storia della Puglia”.
Così il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola a margine dell’incontro avuto oggi con l’Ambasciatore dello Stato d’Israele in Italia Ghideon Meir. Era presente l’Assessore al Mediterraneo Silvia Godelli. “Con il Festival della Cultura ebraica – ha spiegato Vendola – abbiamo prodotto una semina, perché quell’evento conteneva in sé l’idea che i rapporti economici, commerciali, istituzionali devono essere inseriti in un contesto di conoscenza delle culture, dei costumi e di amicizia tra i popoli”.
Ancora oggi, secondo Vendola, in un’Europa che conosce i veleni dell’antisemitismo, “conoscere la cultura ebraica è un antidoto fondamentale a una delle più odiose forme di intolleranza”.
“Poi – ha continuato il Presidente della Regione Puglia – c’è una gamma assai variegata e ricca di possibilità di relazioni. Israele è un Paese che ha fatto investimenti straordinari sin dalla sua nascita, sull’innovazione. Un Paese che ha trasformato aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini, un Paese che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti con pratiche di avanguardia. Penso che la possibilità di sviluppare reciprocamente le attività turistiche e la tutela e valorizzazione del patrimonio culturale siano altri elementi importanti di una relazione che con la mia visita in Israele può raggiungere un punto di svolta”.

Sulle conseguenze umane, politiche, economiche di quella “trasformazione delle aree desertiche in giardini” sulla popolazione palestinese…neanche una parola. In tutto il paese ci si sta adoperando con la campagna BDS per boicottaggio, sanzioni e disinvestimenti verso la politica e l’economia di guerra israeliana e la Regione Puglia è entusiasta degli accordi bilaterali? Pugliesi battete un colpo!! Vendola è il leader nascente della sinistra???  Uomini e donne della sinistra…battetene almeno due!!

Qui di seguito il comunicato del “Comitato con la Palestina nel cuore” di Roma:

 

BOICOTTA ISRAELE – BOICOTTA NICHI VENDOLA

Il comunicato stampa della Press Regione-Agenzia giornalistica sulle dichiarazione del Presidente della Regione Puglia Niki Vendola molto sinceramente non ci sgomenta, perché perfettamente in linea sia con il personaggio, sia con il manifesto sionismo della stragrande maggioranza del panorama politico italiano.

Con la scusa della cultura ebraica e del suo festival in terra di Puglia Niki Vendola parla di questioni concrete come “rapporti economici, commerciali, istituzionali”, quelli che realmente stanno a cuore allo Stato di Israele, e non a caso questo è avvenuto a margine di un incontro con l’Ambasciatore di quello stato, e non certo con l’addetto culturale.

Vendola prosegue poi nel panegirico di Israele citando esempi calzanti non nel campo culturale ma in quello dei rapporti economici, cita infatti la trasformazione di “aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini”, dice che Israele è un “Paese che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti con pratiche di avanguardia” ecc.

Facciamo un po’ di chiarezza intanto su queste affermazioni:

Israele ha trasformato il deserto in giardini grazie al furto sistematico e costante dell’acqua del popolo palestinese, della Siria (alture del Golan) e del Libano (area delle Fattorie di Shebaa), i palestinesi vivono al limite della disidratazione, altro che governo del ciclo delle acque!, per quanto riguarda i rifiuti invece se Vendola si riferisce al sistema di trattamento usato dalla ArrowBio che la giunta Polverini vuole adottare nel Lazio e che si sta cercando di installare presso il comune di Guidonia non c’è nulla di innovativo, questo sistema viene proposto ed installato anche da ditte italiane, e sarebbe certamente trasparente conoscere i costi delle rispettive proposte; per l’energia basti ricordare che il 40% del fabbisogno del gas di Israele viene fornito dall’Egitto al 25% del costo di mercato, ovvero rapinando il popolo egiziano di questa ricchezza, e non a caso recentemente c’è stato un secondo attentato al gasdotto in questione.

Vendola non ricorda, non condanna, non deplora 60 anni di occupazione israeliana delle terre palestinesi, Vendola non spende una parola sul muro dell’apartheid, Vendola non chiede la liberazione degli 11.000 prigionieri palestinesi racchiusi nelle prigioni israeliane, per la maggior parte senza processo ma con detenzione amministrativa, Vendola non spende una parola sull’assedio inumano a cui è sottoposta la Striscia di Gaza, no, nulla di tutto questo, Vendola fa il panegirico di Israele e pensa agli affari!!!

Dulcis in fundo chiede di effettuare una visita ufficiale in Israele per far giungere ad un punto di svolta le relazioni bilaterali.

Che tristezza, l’uomo che si propone come rinnovatore della sinistra che mendica un incontro per accreditarsi quale amico dei sionisti!!!. Ha capito che in Italia non si fa carriera senza l’appoggio e la sudditanza al sionismo, e da buon politicante quale è sempre stato si accoda prontamente, cosa sono 60 anni di sofferenze e miserie del popolo palestinese di fronte ad un luminoso futuro alla giuda della sinistra italiana?

In Italia è in corso, con crescente successo, la campagna di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni dell’economia israeliana, proponiamo di inserire Niki Vendola ed il suo partito nella lista dei prodotti da boicottare, non facciamo più sconti a chi ammanta di bella retorica la propria sudditanza al sionismo.

Comitato con la Palestina nel cuore – Roma.

 

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Vendola non scalda la platea

Adriana Pollice

Una intera giornata dedicata ai temi delle rivolte nel Mediterraneo, immigrazione e sviluppo organizzata da Sel ieri a Napoli al teatro Trianon. Chiusura affidata a Nichi Vendola e così il discorso è scivolato fatalmente sulle alleanza per le elezioni a Palazzo San Giacomo. Alla vigilia del voto delle primarie, l’arrivo del leader pugliese in appoggio a Libero Mancuso aveva scatenato le folle, riempiendo la sala teatrale più grande della città, che comunque non era bastata a contenere la folla assiepata intorno allo schermo allestito all’esterno. Dopo il disastro primarie e la decisione di appoggiare Mario Morcone, calato in città dalla segreteria nazionale Pd con l’avallo di Massimo D’Alema, niente pienone al Trianon.
«Sono con orgoglio al fianco di Morcone, candidato sindaco di Napoli. Ho avuto il privilegio di conoscerlo negli importanti ruoli che ha ricoperto. Capita raramente di incontrare un servitore dello stato con una tale cultura democratica e dei diritti». Il leader ci prova a dare forza a una scelta di campo che molti nello schieramento di sinistra continuano a non digerire ma, tant’è, una volta imboccata la strada bisogna percorrerla tutta. E allora arriva anche l’apertura al Terzo polo: «Il solo vincolo di Sel riguarda il progetto di cambiamento e la moralizzazione della politica in questa città, non abbiamo mai subito né esercitato veti. Dico piuttosto al centrosinistra basta baruffe, contrastiamo Lettieri». Insomma anche con l’Udc e Fli si può trattare, soprattutto dopo la netta presa di distanze fino alla rottura del centro rispetto al candidato del Pdl. Tutta questa disponibilità verso l’area moderata, però, non fa che scoprire il fianco nei confronti di Luigi de Magistris che in settimana ha definito «pilatesca» la posizione di Vendola: «Capisco che ciascuno sostenga con passione le proprie scelte – la replica del governatore ieri – Tutti abbiamo la nostra verità ma deve essere con la v minuscola. Quella con la v maiuscola possiamo costruirla solo insieme».
Toni bassi, quindi, ma è una polemica destinata a proseguire fino al voto. Pietro Rinaldi, espressione dell’area di movimento vicina al centro sociale Insurgencia, candidato al consiglio comunale nella lista civica Napoli, spiega così la delusione a sinistra per la mancata discontinuità: «Il centrosinistra a Napoli è morto e non fare i conti con questo significa ancorarsi alla barca del Pd che va ormai alla deriva». Così Guido Piccoli, giornalista e collega di lista civica di Pietro Rinaldi, si è armato di volantini e si è presentato ieri al Trianon a chiedere un supplemento di spiegazioni: «Morcone, sotto il governo Berlusconi, è stato alle dipendenze del ministro dell’Interno Maroni come Capo dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, è quello cioè che attuava la politica dei respingimenti di massa condannata dall’Ue, negando le libertà civili ai migranti e persino ai minori. A maggio 2010 Vendola era venuto a Napoli a dirci in un incontro pubblico che tra lui e de Magistris c’era identità di vedute, che sarebbe stato un ottimo candidato. E ora?». Le spiegazioni ipotizzate vanno dall’aver contrattato posti di potere a livello locale alle grane pugliesi per lo scandalo sulla sanità, da superare anche con l’appoggio dei democratici, fino alla possibilità di sacrificare le amministrative in nome della futura investitura a leader nazionale nel post Bersani. «Ho portato la mia richiesta di spiegazione al gruppo dirigente – conclude Piccoli – ma sono domande rimaste inevase. È un fatto che l’entusiasmo è sparito, la gente è perplessa, anche quella in sala al Trianon». E che ci sia molta perplessità lo conferma Jamal Qaddorah, responsabile Cgil migranti: «La comunità palestinese alla quale appartengo è molto delusa e perplessa – racconta dopo uno scambio di battute dietro le quinte con Vendola – Giovedì, dopo l’incontro con l’ambasciatore israeliano, ha dichiarato che hanno trasformato il deserto in un giardino, forse doveva dire anche che l’hanno fatto rubando l’acqua ai palestinesi».
da “il manifesto” del 30 aprile 2011
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Nichi Vendola, come ebrea sono doppiamente indignata dalle tue dichiarazionidi Miryam Marino

E’ fin troppo facile rispondere alle dichiarazioni allucinanti che tu caro Vendola che saresti un politico di sinistra, hai rilasciato incontrando l’ambasciatore di quel paese razzista e di apartheid che è Israele. E’ di tutta evidenza che esprimi egregiamente quel crollo di valori di giustizia, umanità, libertà che investe i partiti di sinistra, così ci rendiamo conto che abbiamo veramente bisogno di un Egitto come ci augurava Omar Barghuti e di ricominciare a ricostruire, senza di voi, una vera sinistra giacchè persone come te possono essere semmai definite “sinistre” non di sinistra. Ma entiamo nel merito delle tue dichiarazioni:
La prima cosa che salta agli occhi è che ti sei arruolato nella campagna mediatica sionista in preparazione a Torino per presentare Israele come un paese normale, anzi, come diresti tu all’avanguardia nelle più lodevoli iniziative.
Cito le tue parole “Un paese che ha trasformato aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini”

A parte la retorica che puzza di stantio secondo cui Israele ha fatto “rifiorire il deserto” retorica che ignora che quel deserto era La Palestina,
il paese più colto e sviluppato del Medio Oriente con fiorenti città e scambi culturali e commerciali, prima naturalmente della colonizzazione sionista e della Nakba che ha prodotto 5 milioni di profughi, la metà di villaggi distrutti, la sai la storia di Der Yasin? E poi la distruzione di quartieri storici e architettonicamente importanti, la cancellazione di ogni traccia di cultura palestinese, compreso il furto di centinaia di migliaia di libri e documenti,e di parti del cimitero monumentale di Mamilla. L’elenco è molto lungo e ti invito a documentarti,ma voglio darti un solo esempio di come Israele costruisce i suoi giardini:A Silwan, quartiere di Gerusalemme con 40mila abitanti palestinesi il sindaco ha deciso di procedere alla demolizione di 22 delle 88 case palestinesi a rischio di demolizione nell’area di Al Bustan che gli israeliani chiamano “Gan ha melec” il giardino del re, In questo quartiere i coloni hanno allestito su case palestinesi espropriate negli anni scorsi il “Parco archeologico di re David”. Ma ti voglio dare anche un altro esempio concreto: secondo il racconto di Jamal Talab dell’ass.Land Research Center in un villaggio vicino a Ramallah gli israeliani hanno sradicato 60 alberi per trapiantarli a Gerusalemme in un giardino che hanno chiamato “Martin Luther King”. Questo è lo stile con cui Israele costruisce i suoi giardini, sulla pelle dei palestinesi.
Andiamo avanti; “Un paese che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua, dell’energia, dei rifiuti con pratiche di avanguardia”

Il primo modo con cui Israele si confronta con il problema dell’acqua è quello di rubarla ai palestinesi. Le colonie in territorio palestinese usufruiscono dell’80% dell’acqua disponibile mentre città e villaggi restano a secco anche per mesi comprese città come Betlemme. I palestinesi espropriati delle loro risorse idriche, anche grazie alla costruzione del muro di separazione che ha inglobato le fonti idriche rimaste, sono costretti a comprare a caro prezzo l’acqua dalla società israeliana Mekorot. I palestinesi non possono scavare pozzi mentre i coloni si appropriano delle fonti idriche anche con la scusa dell’archeologia, documentati col rapporto sull’acqua in Palestina di Amnesty International. E veniamo alla situazione della valle del Giordano. Un terzo delle risorse idriche di tutta la Cisgiordania si trova nella valle del Giordano, mentre i residenti palestinesi non possono usare l’acqua che scorre sotto i loro piedi, la compagnia israeliana Mekorot continua a scavare per costruire pozzi per i coloni, Israele mantiene il monopolio sul controllo delle risorse idriche e mentre i palestinesi che non possono nemmeno utilizzare le
sorgenti numerose nella zona e devono acquistare l’acqua dalla Mekorot, animali e coltivazioni deperiscono i coloni che hanno a disposizione sei volte la quantità d’acqua rispetto ai palestinesi nuotano nelle piscine. Per quanto riguarda l’energia lo stesso discorso vale per la corrente di cui i poalestinesi vedono solo passare i fili, essendo privati tanto dell’acqua quanto dell’elettricità, circondati da colonie e aree per esercitazioni militari e sottoposti a espulsione, demolizioni di case e confisca della terra.

Per quanto riguarda i rifiuti poi c’è da prendere in considerazione l’enorme inquinamento e avvelenamento del territorio che producono le fabbriche impiantate nelle colonie non sottoposte a norme e vincoli cui avrebbero dovuto sottostare se fossero state impiantate in Israele. Nei territori palestinesi occupati si può fare di tutto e di norma i coloni gettano le acque di scolo e i rifiuti organici nei wadi palestinesi e nei villaggi sottostanti.

Se hai prodotto una “semina” è certamente una semina avvelenata, rapporti economici? E l’articolo 2? Mi sembra che i rapporti economici con Israele fossero vincolati dal rispetto dei diritti umani come recita l’art.2. Parliamo un pò anche di cultura: recentemente c’è stata la manifestazione culturale palestinese più importante, il Palfest una manifestazione a livello internazionale che si è svolta tra i lacrimogeni israeliani, mentre qualche anno fa fu totalmente impedita da Israele che chiuse la sala pochi minuti prima dell’evento con scrittori e artisti che erano giunti da tutto il mondo. Un paese come Israele ha ben poca cultura, molta ne hanno i palestinesi, hai mai sentito parlare di Mahmud Darwish, uno dei poeti più grandi del mondo? Sapevi che il premio nobel per la letteratura non gli fu conferito per le pressioni israeliane? Israele ha disprezzato e cancellato la cultura della diaspora, sia quella yiddish che quella mediorientale, leggiti le testimonianze di Marek Edelman. La sua cultura è una cultura di guerra e sopraffazione. Quando farai la tua visita in Israele, vai pure a vedere il muro, vai nei villaggi dove si manifesta ogni venerdì contro l’espropriazione della terra, vai anche se ci riesci a vedere cosa è rimasto di Gaza. Ma veramente non sai niente dell’assedio di Gaza, del muro dell’apartheid, dell’arresto di 700 bambini ogni anno sottoposti a maltrattamenti e torture e impossibilitati a vedere famiglie e avvocati, bambini di 12 anni giudicati da tribunali m ilitari? Non sai niente di 10mila prigionieri la gran parte in detenzione amministrativa? Non sai di quella bambina morta per il dolore di non poter abbracciare il padre che Israele aveva arrestato? O di quel bambino di 10 anni che correva terrorizzato verso la madre che gridava ai soldati “Yeled, yeled” è un bambino! E che poi fu afferrato e malamente gettato nel cellulare malgrado la madre battesse inutilmente i pugni sui vetri e questo solo per intimidire il fratello di quel bambino, un pericoloso tirapietre di 14 anni? Non ti ripugnano queste azioni?

Non ti ripugnano le leggi razziste israeliane? Le conosci? Fanno parte di quella cultura con cui vuoi essere in rapporto? E l’antisemitismo poi…ma fammi il piacere! I maggiori promotori dell’antisemitismo sono proprio gli israeliani e i sionisti da sempre promuovono l’antisemitismo e lo sono essi stessi talvolta. Documentati sulla storia del sionismo prima di parlare. E’ tuo dovere, non sei un cittadino qualunque e del resto nessuno è giustificato dal non sapere, dal dire io non c’ero, non sapevo…Vai avanti così, noi intanto portiamo avanti il BDS e promuoviamo la verità, malgrado voi. Come ebrea sono doppiamente indignata dalle tue dichiarazioni, esse mi offendono assieme a tutte quelle persone che in Israele e nel mondo cercano di spiegare che L’Ebraismo non è Israele, che gli ebrei non sono tutti sionisti e si battono per la giustizia e la libertà di tutti oltre che per mantenere la propria dignità.
Miryam Marino

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4 Commenti


  • omar suleiman

    non votare “SEL” alle elezioni amministrative del 15 e 16 maggio..
    non è possibile dover sottostare ogni volta alle angerie dei politici che cercano i voti della comunità ebraica o il lascia passare del governo israeliano per potersi candidare a premarie o altro..
    ne abbiamo subito abbastanza da fassino a veltroni e ora il “compagno” vendola


  • Franco

    La preoccupazione massima di Niki é, in questo momento, quella di accreditarsi come uomo “responsabile” di governo, continuando a mantenere una facciata di “sinistra” con le sue poesiuole degne di uno scolaretto di quinta elementare. Anche ieri lo ha dimostrato quando, dopo i fatti di Napoli ha semplicemente detto che “si deve tornare a fer lottare le idee”. Certo, ma questo é un po’ difficile davanti alle aggressioni degli accoltellatori fascisti su cui non ha speso nemmeno una parola. Dopo l’equidistanza dai compagni e dai fascisti a napoli, ora dimentica torna ai più triti luoghi comuni su Israele che avrebbe fatto nascere i campi dal deserto, mentre gli arabi lazzaroni non lo hanno fatto. Insomma poesiuole e leggende per i gonzi. .


  • ahmed omran

    sono molto deluso pensavo che Nichi Vendola e uno corretto


  • Nicoletta

    Bella, bellissima lettera, Lei Miryam con queste Sue parole ha gridato al mondo una grande verità, gli ebrei non sono Israele. Spero che alla Sua voce, si uniscano le voci di tanti altri ebrei, per cercare di far cessare l”equazione per cui, se si riconosce il genocidio palestinese allora si è antisemiti e si odia il popolo ebraico. Grazie di cuore.
    Nicoletta

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