Sei potenti esplosioni hanno scosso nel giro di dieci minuti il centro di Tripoli, principale bersaglio da una decina di giorni delle incursioni aeree notturne della Nato: lo hanno reso noto testimonianze locali, senza fornire ulteriori dettagli sui possibili bersagli colpiti. Secondo il portavoce del governo di Tripoli, Moussa Ibrahim, il bilancio delle vittime delle incursioni della Nato in Libia dall’inizio delle operazioni, il 19 marzo scorso è di 718 civili uccisi e 4.067feriti. Dati che se verranno confermati (e molte fonti indipendenti li confermano) dimostrano il carattere criminale della missione Nato sulla Libia che sta uccidendo più civili di quelli che pretende di “proteggere”.
Il movimento No War e i gruppi pacifisti che non intendono continuare ad accettare con inerzia – o peggio ancora con complicità – la partecipazione attiva dell’Italia a questo massacro, oggi scenderanno in piazza con manifestazioni e sit in in diverse città italiane. “Se la guerra è un dramma per chi rimane sotto le bombe, è illusorio pensare che sia gratis per i lavoratori, i disoccupati, i precari dei paesi che stanno bombardando la Libia. Oltre ai costi della crisi economica, il governo ci fa pagare anche i costi della guerra. Milioni di euro buttati via mentre sono tagliati senza pietà i soldi per le scuole, la sanità, il lavoro, le pensioni, il reddito ai disoccupati” scrivono in un volantino che sarà distribuito comunemente in tutte le città.
A conferma che la politica militare italiana sta comportando costi politici ed economici ma anche umani, giungono le notizie dei soldati rimasti feriti nelle missioni in Libano e Afghanistan, operazioni di avventurismo coloniale senza alcuna giustificazione che è ormai difficile pensare di continuare a gestire a “costo zero”. Se l’Italia partecipa attivamente alle operazioni militari coloniali non può pagarne il prezzo in termini di vite umane oltre che di immagine.
A Roma gli attivisti No War e i pacifisti si sono dati appuntamento alle 17.30 davanti alla base militare del COI (Comando Operativo Interforze) a Cinecittà. Alla stessa ora scenderanno in piazza anche a Napoli (Piazza Dante) e Pisa (in Corso d’Italia). Altre iniziative protesta potrebbero tenersi in altre città con azioni a sorpresa.
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