Dopo essere stati spostati di peso dalla polizia, i giovani “draghiribelli”si sono accampati sulle scalinate del Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale. Altri si sono distribuiti in vari punti della città. Stamattina è stato occupato l’ostello della gioventù al Foro Italico da parte dei”Giovani verso il 15 ottobre”. “Abbiamo voluto riaprire – dicono – uno dei luoghi simbolo dell’accoglienza e della libertà di movimento per generazioni di giovani, che da diversi mesi ha serrato i battenti”. Un’azione decisa anche in vista di sabato, del corteo degli ‘indignados’ nella capitale: “accampati sulla riva sinistra del Tevere – scrivono infatti ancora nel comunicato – accoglieremo qui quanti e quante in questi giorni volessero condividere con noi la strada verso il 15 ottobre”.
La cronaca di ieri davanti alla Banca d’Italia
Via Nazionale è bloccata e le persone continuano ad arrivare. La “pubblica benevolenza” verso le massime aurotità economiche e politiche è in via di esaurimento. Cresce la rabbia in una società strastufa in lacrime e sangue in nome della supremazia del capitale finanziario.
Intorno alle 15.30 si è materializzato un vero e proprio assedio alla sede centrale della Banca d’Italia. Erano attesi il presidente Napolitano e il governatore uscente Mario Draghi. Contro quest’ultimo, firmatario insieme a Trichet della famigerata lettera al governo italiano che impone lacrime e sangue, è crescita di giorno in giorno una consapevolezza ostile. Via Nazionale, dove ha sede la Banca d’Italia è piena di polizia in divisa e in borghese.
Un primo gruppo di manifestanti della campagna “noi il debito non lo paghiamo” rompe gli indugi e si avvicina al cordone di polizia che immeditamente chiude con i blindati i pochi metri che mancano alla sede di Bankitalia. Gli attivisti, tra cui Cremaschi, sollevano alcune grandi buste da lettera con l’indirizzo della Banca Centrale Europea e una scritta ben evidente: al mittente! Gli altri cominciano ad aggrupparsi prima sulle scale del vicino museo di Arte Moderna e poi a ridosso del nuro di blindati che vengono addobbati con striscioni, volantini, adesivi. Una gigantografia della lettera della Bce e la scritta al mittente in inglese fatta con carta adesiva viene appiccicata a un blindato.
Si va avanti per ora (sono le 19.00) e i manifestanti si dicono intenzionati a non mollare. L’obiettivo di questa manifestazione è straordinariamente azzeccato e le aurotità indicate dalla contestazione perfettamente pertinenti alle responsabilità delle scelte antipopolari che vengono imposte a lavoratori, pensionati, giovani: sono i due rappresentanti del governo unico delle banche. Berlusconi non è più l’unico target delle proteste popolari.
Aggironamento.
Intorno a mezzanotte le forze dell’ordine hanno portato via, uno per uno, i giovani “draghiribelli” che erano rimasti ad occupare via Nazionale, vicino la sede della Banca d’Italia a Roma. Alcune decine di manifestanti si sono seduti a terra e senza opporre resistenza si sono fatti prendere dagli agenti che li hanno portati sui marciapiedi dove c’è un altro gruppo di giovani, circa un centinaio asserragliati sulle scale del Palazzo delle Esposizioni. Le tende vengono smontate erimontate sui marciapiedi. La scalinata del Palexpo diventa un’ accampamento.Per mezzogiorno è stata annunciata un’assemblea sulle scale del museo.
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