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Il Partito de La Repubblica

Un sondaggio realizzato da Ipr Marketin per Repubblica.it, ai primi di marzo segnalava il grande successo che avrebbe un cosiddetto “partito dei tecnici”. Una aggregazione con tali caratteristiche, infatti, potrebbe arrivare a raccogliere il 22% dei consensi scompaginando, secondo il sondaggio, lo scenario politico italiano. A farne le spese sarebbe i due maggiori partiti italiani che sostengono l’esecutivo Monti: Pd e Pdl.

Il partito di Bersani, che attualmente i sondaggi danno saldamente in testa ai consensi, vedrebbe un calo del 6% e dovrebbe dividere la prima piazza proprio con il “partito dei tecnici”. Vanno male le cose anche per il Pdl,m che perderebbe 5 punti e arriverebbe al 17%. Segno meno anche per il Terzo Polo. L’Udc scenderebbe dall’8 al 4%, Fli dal3,5% al 2%, l’Api praticamente sparirebbe.

Questo “spazio politico”, oggi piuttosto inquadrato nel sostegno acritico al governo Monti, ha fatto parlare della nascita del “Partito di Repubblica”. Secondo alcuni detrattori, l’occasione sarebbe la festa del quotidiano di Scalfari, De Benedetti, Caracciolo, che si terrà dal 14 al 17 giugno a Bologna e alla quale è prevista la partecipazione anche del premier Mario Monti che verrà intervistato dal direttore Ezio Mauro e dal padre-padrone del giornale Scalfari. Questa kermesse nasconderebbe in realtà un progetto a cui, secondo quanto rivela Affaritaliani.it, starebbe lavorando l’editore Carlo De Benedetti in persona. Un progetto politico che potrebbe assumere le sembianze di una lista civica, il cui regista viene indicato in Massimo D’Alema, politico navigato sicuramente ma che non ne ha mai azzeccata una.

Nel nuovo soggetto politico, troverebbe spazio anche il “guru” Roberto Saviano. Un contenitore laico ma aperto a personalità del mondo cattolico moderato, che potrebbe presentarsi alle politiche del 2013 alleato al Pd. Ad avvalorare questo scenario ci sono le recenti uscite di Carlo De Benedetti che ha suonato la sveglia al gruppo dirigente del Pd invitandolo a non illudersi di aver vinto “senza se e senza ma” le Amministrative e a predisporsi “a un profondo cambiamento”. Per D’Alema che ha rilasciato una lunga e articolata intervista all’Espresso, il cambiamento sarà intanto quello di “non ripetere gli errori del ’94 e quindi non lasciare praterie a un nuovo Silvio Berlusconi”. Secondo Concita De Gregorio (tornata alla casa madre- de La Repubblica dopo aver diretto l’Unità) “Walter Veltroni commemora Falcone e pensa a un listone civico da affiancare a quello del Pd, in Transatlantico mormorano che persino D’Alema si sia infine convinto che senza un rinnovamento visibile la prospettiva dell’alleanza al Centro sia poca cosa”. Lo stesso articolo rivela di un nuovo “patto” tra veltroni e D’Alema su questa ipotesi. Oggi su “L’Unità”, l’ esponente della segreteria del Pd, Matteo Orfini, contesta l’idea di accettare la proposta di Eugenio Scalfari di affiancare al partito leader del centro-sinistra una lista civetta della società civile formata prevalentemente dalle grandi “firme” di “Repubblica”. Dice Orfini che il Pd non può delegare a una forza esterna, che lui definisce espressione del partito-azienda in versione di sinistra, il tema del rinnovamento della propria lista. Ma il “giovane” Orfini non va oltre la riproposizione del partito a vocazione maggioritaria di veltroniana memoria (e jattura). Grandi lavori insomma per cercare di realizzare l’opera incompiuta dal 1992, quando questo progetto di stabilità moderata e ultracapitalista fu fatto saltare dall’entrata in scena della variabile impazzita Berlusconi che ha bloccato tutto per diciotto anni. C’è da augurarsi che le forze della sinistra, pur nella loro drammatica residualità e limitatezza, non si facciano risucchiare dal gorgo di queste operazioni e facciano saltare il tavolo indicando un proprio spazio e progetto politico indipendente.

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