*Globalist 18 settembre 2012
Il contestato sacrario di Affile al maresciallo (diventato poi generale) Graziani ha ottenuto un primo risultato: la creazione di un Comitato antifascista affiliàno che domenica 23 settembre chiamerà a raccolta tutti coloro che non vedono di buon occhio quel riconoscimento al repubblichino accusato di crimini contro l’umanità durante la guerra in Etiopia e fortemente voluto dalla attuale giunta di destra del sindaco Ercole Viri.
Non solo. Anpi, Rete per la Resistenza della Valle dell’Aniene e della Valle del Sacco, oltre al Comitato stesso, daranno vita domenica prossima ad una manifestazione di protesta, a partire dalle 9, con la distribuzione di materiale informativo sulle attività belliche di Rodolfo Graziani sugli stand sparsi nelle piazze della cittadina di Affile. Alle 17 inizieranno gli interventi in piazza, tra gli altri, di un rappresentante della comunità etiope, dell’Anpi e subito dopo ci sarà la proiezione di un documentario sulle “stragi compiute da Graziani nel Corno d’Africa” (con il gas iprite, già allora bandito dalle convenzioni internazionali, ndr). Chiuderà la serata un concerto musicale.
“Chiederemo al sindaco la riqualificazione di quel manufatto intitolandolo alle vittime degli eccidi nazisti compiuti nella Valle dell’Aniene durante la seconda guerra mondiale”, ha fatto sapere Elena Duvalli, dell’associazione Martiri delle Pratarelle di Vicovaro. Nessun corteo, nessuna “visita” al sacrario (“non ce la farei ad andare a vedere quella bruttura”, sottolinea Duvalli). Da parte del sindaco Viri, finora, nessuna dichiarazione, limitandosi ad autorizzare la manifestazione.
Un’iniziativa, quella di domenica prossima, promossa dagli stessi giovani antifascisti di Affile. Proprio alcuni di loro, lo scorso 12 settembre, coprirono di scritte i muri del memoriale con le parole “assassino”. Tre di loro, tra cui uno di Subiaco, vennero denunciati. Il sacrario, costato 127mila euro e mille polemiche, sorge nel parco Radimonte ed è stato fortemente voluto dal sindaco “per i meriti militari di un nostro concittadino”. Un gesto che non è sfuggito alla stampa estera che ha raccontato, con una certa riprovazione, l’idea di realizzare un monumento ad un rappresentante, certamente non di secondo piano, della Repubblica di Salò, accusato di essere un “criminale di guerra”.
Anche i comuni vicini al sacrario della discordia hanno fatto sentire la loro voce. Come quella di Vicovaro, Medaglia d’Argento al Merito Civile. “Considerato che la discutibile fama di Rodolfo Graziani si è formata praticando ‘il mestiere delle armi’ e l’utilizzo di gas – si legge in una mozione del capogruppo della Lista Civica Rinnovamento del comune di Vicovaro, Paolo Antonio Dominici – si chiede che venga ripristinato lo stato ‘ante operam’ in quanto contrastante non solo con i principi fondativi e costitutivi della Repubblica italiana ma anche e soprattutto con i sentimenti della popolazione di Vicovaro e dell’intera Valle dell’Aniene, teatro anch’essa di immani stragi compiute in nome di quelle ideologie tiranniche e liberticide che il generale Graziani incarnava”.
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