Fumogeni, musica a volume altissimo ed esplosioni di petardi per tentare di disturbare il convegno conclusivo del cosiddetto ‘Festival della famiglia’ in corso a riva del Garda. Così si è conclusa in tarda mattinata la manifestazione che è partita dalla stazione dei pullman e ha percorso le vie del centro della località trentina per poi arrivare davanti ad un Pala Congressi blindatissimo.
Giunti a destinazione, i manifestanti della rete trentina ‘Welcome’ Monti, hanno tentato di avvicinarsi all’edificio dove erano in corso gli interventi dei rappresentanti del governo, premier compreso. “Rivendichiamo il diritto a protestare liberamente e ce lo stiamo conquistando metro dopo metro”, ha detto una manifestante al megafono. Ma gli agenti di Polizia e i Carabinieri in tenuta antisommossa sono stati irremovibili e per frenare il corteo hanno lanciato alcuni lacrimogeni e poi hanno realizzato alcune cariche. I manifestanti si sono brevemente dispersi nelle vie adiacenti ma poi si sono ricompattati. “Nessuna zona rossa nel nostro futuro, fateci passare” hanno di nuovo preteso alcune centinaia di manifestanti, che però di fronte all’impossibilità di avvicinarsi all’ingresso si sono seduti a terra. “Sui nostri monti solo resistenza’ hanno gridato, mentre i celerini indossavano con fare minaccioso le maschere antigas.
Alla manifestazione, organizzata dalla rete trentina “Welcome Monti”, hanno partecipato circa 500 persone, con l’adesione dei centri sociali del Nordest e dell’Emilia Romagna, di Rifondazione Comunista, di associazioni e collettivi studenteschi locali. “sMontiamo l’austerità” recitava uno striscione.
La “mobilitazione contro il premier non eletto Mario Monti – avevano scritto gli organizzatori promuovendo il corteo – è contro le politiche di austerità, di privatizzazione dei servizi e dei sacrifici imposti dal governo che impoveriscono le stesse famiglie di cui si parla al convegno”.
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