”I lacrimogeni dal ministero sono stati lanciati da agenti di polizia: sono stati sparati a ‘parabola’ non diretti sui manifestanti. La traiettoria é stata deviata perché hanno urtato sull’edificio”. E’ la incredibile dichiarazione del Questore di Roma, Fulvio Della Rocca, che cerca così di togliere le castagne dal fuoco alle ministre Severino e Cancellieri subissate di critiche – e anche da qualche richiesta di dimissioni – dopo la diffusione di un video che mostra come dalle finestre del palazzo di Via Arenula, mercoledì, siano stati lanciati lacrimogeni contro gli studenti che scappavano dai poliziotti in assetto antisommossa e dai loro manganelli.
La visione del video smentisce completamente la fantasiosa ma irrealistica versione del Questore Della Rossa. Si vede nettissimamente che le scie di gas emesso dai lacrimogeni partono dalle finestre del terzo piano del palazzo, e che non c’è traccia di scie provocate dal lancio dal livello stradale di cui parla il questore.
La cui versione è arrivata tra l’altro con molte ore di ritardo dalla diffusione del video e dall’esplosione di una ridda di polemiche, di smentite – ad esempio della Polizia Penitenziaria che ha negato ogni responsabilità – e di ipotesi varie.
Ma dopo alcuni minuti dalla sua dichiarazione interviene la ministra della Giustizia Paola Severino che secondo una nota del suo dicastero appena terminato il Consiglio dei ministri “ha nuovamente esaminato il filmato di Repubblica.it (…) anche a seguito delle dichiarazioni del Questore di Roma secondo il quale i lacrimogeni sarebbero stati sparati dalla Polizia di Stato e si sarebbero infranti sul palazzo del dicastero di Via Arenula”.
Non serve che la versione dei fatti sia credibile, l’importante è che media e classe politica la ripetano, la ribadiscano, la amplifichino fino ad imporla nel senso comune. Che le immagini raccontino un’altra storia importa poco. Non andò forse così anche per il famoso sasso che deviò il proiettile sparato dal carabiniere Placanica e che uccise il giovane Carlo Giuliani il 20 luglio del 2001 a Genova? I vari manifestanti ammazzati da poliziotti e carabinieri negli anni ’60, ’70 e ’80 non sono forse stati per lo più vittime di colpi partiti per caso, di spari accidentali?
Per fornire più credibilità alle indagini – e quindi per dimostrare che la conclusione al quale è giunto il Questore di Roma è suffragata da “attente perizie” – la Guardasigilli ha dato anche disposizione che il video sia sottoposto all’esame del Racis – il Raggruppamento carabinieri investigazioni scientifiche – per “una verifica puntuale sulla traiettoria dei lacrimogeni”.
Nel frattempo, informano i solerti funzionari del ministero della Giustizia, si sta procedendo all’esame testimoniale di tutti gli impiegati presenti al quarto piano, nonché del personale in servizio presso gli ingressi del palazzo.
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